Ieri la segnalazione della professoressa Alfia Milazzo, Presidente della Fondazione “La città invisibile” ci ha imposto l’obbligo morale di fare chiarezza su di una vicenda che riteniamo estremamente grave e sulla quale auspichiamo venga fatta chiarezza in tempo brevi.
L’ allarme parte da un post FB
“SOS DAL PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO” si legge in prima battuta.
“Una mamma alla quale il tribunale per i minori ha tolto la responsabilità genitoriale si trova al pronto soccorso perché la figlioletta ha una brutta otite e perde sangue da un orecchio. La tutrice avvocatessa di Corso Italia, che è la stessa della lettera-denuncia inviata anche a noi per conoscenza e a tutti gli uffici tra i quali presidente del tribunale per i minori, procura dei minori, procura generale, ministeri, regione, comune, ecc. La tutrice, nonostante sia chiamata più volte al telefono dai medici del Pronto Soccorso e nonostante le ripetute email inviate dalla madre da giorni per segnalare il problema Non risponde al telefono e non richiama. Il risultato è che il Pronto soccorso non interviene perché non vi è nessuno che firma. La bambina rischia una Commozione cerebrale, la madre non può firmare, la tutrice è sempre irreperibile, il Tribunale è chiuso. A chi si deve rivolgere? Ai carabinieri? Ditemi voi se questo è un Paese normale!!!!
A proposito la avvocatessa Tutrice è anche giudice onorario al tribunale civile. Bella cosa”.
Contattiamo immediatamente la professoressa Alfia Milazzo, non solo per avere ulteriori informazioni sulle condizioni di salute della bambina (che fortunatamente sono migliorate) ma anche sulla reiterata condotta del Tutor che, “nonostante i messaggi via mail e via pec” si legge ancora sul profilo della professoressa Milazzo “non si è mai fatto sentire” .
Dalle documentazioni allegate, sopratutto dalla toccante lettera della minore M. alla Tutor, si evince una certa asimmetria dei rapporti di forza, asimmetria che sembra la classica figlia di decenni di lotta dall’alto, condotta dalla borghesia più cinica e snob, che a tratti vorrebbe imporre l’idea che chi non si sottomette alle alte sfere, non chiede scusa, come in questo caso, non può progredire, deve essere perennemente condannato all’esclusione.
In effetti, le difficoltà incontrate da tre adolescenti e dalla loro madre, sembrerebbero dare ragione a tali dubbi, che speriamo vengano fugati dalla diretta interessata.
A lei riserviamo infatti il diritto di replica sulla triste vicenda, sperando che possa soffiare ogni nostra curiosità.
Ciò che tuttavia risulta assai evidente è che i minori sono posti alla mercé della valutazione di adulti che operano talora in maniera non perfettamente funzionale ed allineata alle reali esigenze dei ragazzi, che appare superfluo ricordare, non sono solo merce giuridica, ma in primo luogo materia umana.
Per meglio comprendere, vi giriamo la lettera scritta dalla professoressa Alfia Milazzo, indirizzata a
Servizi Sociali di Catania
c.p.c.
Sindaco di Catania
Assessore alla Famiglia
altre istituzioni
Oggetto: memoria oggettiva sui minori S, M, e R. C.
Gentile Dottoressa A.
Le scrivo in qualità di responsabile della Fondazione La città invisibile di Catania, ente no profit, di cui allego una breve presentazione.
In qualità di presidente ed in nome del Consiglio della Fondazione “La città invisibile”, nonché da curatrice esperta dell’educazione dei bambini e adolescenti che frequentano volontariamente i corsi gratuiti della nostra “Scuola di vita e orchestra Falcone Borsellino”, desidero proporre una memoria oggettiva sui minori S. C. e R. C., nonché sulla loro sorella M. C.
Come lei sa, essendo stata lei stessa interpellata invano più volte dai nostri uffici, da mesi tentiamo di comunicare con i responsabili del procedimento che riguarda i tre minori. Eppure secondo la normativa vigente e la vostra Carta dei servizi, lei ha l’obbligo o quanto meno il dovere di ascoltare le relazioni di enti come il nostro che operano gratuitamente e volontariamente nell’assistenza e nell’educazione dei minori di cui lei si sta occupando. Ma, lei violando questo obbligo, a tutt’oggi si rifiuta di registrare la nostra opinione, preferendo indirizzare la sua pratica alla ricezione di giudizi avversativi, che condurrebbero il Tribunale erroneamente a giudicare necessario l’allontanamento dei tre minori dalla madre, V.T.
Per intanto quindi registri il nostro personale sbigottimento nel constatare che lei si sia più volte negata, addirittura in un caso sembrerebbe, persino nascosta (ma non vogliamo crederlo), per non riceverci in orario di apertura al pubblico.
A questo punto, la domanda si pone spontanea: per quale motivo lei si rifiuta di incontrarci? Che cosa o chi glielo impedisce? Ha forse paura di ascoltare un giudizio diverso e positivo su questo nucleo familiare, giudizio formulato in modo totalmente disinteressato, da persone esperte, titolate e soprattutto, impegnate in azione di volontariato?
Abbiamo scelto comunque di farle conoscere il nostro parere, inviandole via pec la presente relazione, mettendola in copia ai suoi superiori, nel caso lei non la ricevesse, in modo che nessuno possa affermare di disconoscerne il contenuto.
Andiamo ai fatti.
Tutti e tre i fratelli frequentano la nostra scuola nelle ore pomeridiane di giovedì e/o sabato da oltre tre anni. Il bambino frequenta i corsi di musica per orchestra (percussioni), la bambina invece quello di violino e di legalità. La ragazzina M. ha partecipato a numerosi interventi sulla legalità attraverso la poesia.
Mi permetta per intanto, di separare il discorso sui due piccoli da quello della ragazzina, per ragioni che le spiegherò alla fine.
Sin dal loro ingresso nella scuola, accompagnati dalla madre, entrambi hanno avuto un contegno disciplinare,esemplare. Motivati, sensibili, intelligenti, solari, ordinati, socievoli. Non hanno mai perso una lezione e si sono sempre dimostrati rispettosi dei compagni e degli insegnanti.
I maestri di musica hanno rilevato la loro capacità di apprendere rapidamente le tecniche, tanto che hanno subito consegnato in comodato d’uso gratuito uno strumento per effettuare gli esercizi a casa.
Hanno preso parte attiva in numerosi concerti, tra i quali ricordo in particolare con la piccola R., quelli a Palermo per le commemorazioni di Capaci e di Via D’Amelio, il 23 maggio e il 19 luglio, il concerto di Natale al Palazzo Platamone in presenza del Sindaco, alla basilica di San Nicolò L’Arena per il benvenuto al vescovo del Guatemala, Monsignor Cabrera, al teatro greco di Segesta, e alla Villa del Casale di Piazza Armerina, sempre per Giovanni Falcone. In tutti questi eventi, che hanno visto eccellere soprattutto la bambina R., sono sempre stati accompagnati dalla madre, che non solo li ha incoraggiati, curati e sostenuti ma si è prodigata anche come aiuto volontario del nostro team per aiutarci ad accudire i piccoli non accompagnati dai genitori. La Signora T., molto generosamente, ha anche accompagnato i ragazzini del suo circondario fino a casa, per evitare che vi si recassero da soli a sera tarda, giacché alcuni di questi genitori non si sono presentati al bus al ritorno. La Signora T. è stata da noi seguita già dal 2017 più da vicino e ha raggiunto progressi in termini di autostima e di responsabilità genitoriale sorprendenti. Per queste e per molti altri meriti le è stato conferito il “Premio Scidà 2018”.
Pertanto, alla luce di questi fatti, riteniamo che l’allontanamento dei due bambini dalla madre sia una soluzione che danneggerebbe irreversibilmente le loro condizioni psicologiche. Perché sarebbe uno strappo emotivo e sociale coattivo, che li indurrebbe a uno stato depressivo e che comprometterà seriamente la loro vita per sempre. Tanto più che l’ambiente familiare, pur presentando difficoltà emotive dovute all’abbandono da parte del padre, non presenta degrado o pregiudizio della salute fisica e psicologica dei due fratellini.
Segnaliamo il fatto che il trasferimento dei bambini, impedirebbe loro di poter continuare il percorso formativo didattico-musicale, resosi essenziale per la loro crescita equilibrata, in particolare quello della piccola R., musicista talentuosa, che ama tanto suonare in orchestra. Per quanto concerne il bambino S., affetto diabete e da megacolon, che ha bisogno di un accadimento continuo, ci chiediamo quale struttura possa garantire tale servizio sostituendo l’interesse e l’amore dimostrato dalla madre. E non solo. Visto che la madre è stata formata dalle strutture sanitarie dell’ospedale di Torino, quale personale potrebbe dimostrare di avere le stesse competenze tecniche medicali. Rileviamo l’importanza delle relazioni interpersonali dai bambini intraprese all’interno dell’orchestra, con importanti risvolti rispetto all’autostima e alla fiducia nella costruzione di rapporti umani positivi, creativi, votati al bene comune.
A questo punto desidero sottoporre alla sua attenzione la situazione particolare della sorellina maggiore, M. C. M. ci ha inviato qualche settimana fa in copia, una lettera che le allego nel caso non l’avesse ricevuta (che troverete a seguire n.d.r). Sulla veridicità del contenuto di questa lettera, abbiamo ricevuto conferma dalla scuola e da altri enti. Ne dovrebbe tener conto anche lei, dottoressa A., poiché sta a lei proporre al Tribunale una verifica nell’interesse della minore e di cui lei è responsabile.
D’altra parte, il fatto che il tutore si sia negata quest’estate ad un colloquio con noi, colloquio in cui volevamo chiederle di consentire alla bimba R. di prendere parte, senza nessun onere o costo da sostenere, al concerto della sua orchestra dentro la Basilica di Assisi, concerto trasmesso da Rai 1, la dice lunga.
Non parliamo delle azioni messe in atto dall’educatrice (a proposito, da quale indirizzo online o albo pretorio potremmo visionare il suo curriculum in base alla legge sulla trasparenza dei dati?), che ha preteso dalla madre che abbandonasse il lavoro e che allontanasse un cagnolino al quale il bambino S. era molto affezionato, causandogli una crisi che lo ha portato ad essere ricoverato in gravi condizioni in ospedale. Non ci pare opportuno, come evidenziato da alcuni rumors, collegare le discutibili azioni dell’educatrice al fatto che la stessa esercita la sua funzione con un contratto precario, che deriva da scelte politiche insindacabili da parte della precedente amministrazione. Non ci pare opportuno e non ne abbiamo le intenzioni. Della stessa educatrice non si hanno notizie da circa un mese. Mentre lei, dottoressa A. ha visitato l’abitazione della famiglia una volta sola, constatando l’assoluta idoneità, e non vede il nucleo da circa 8 mesi. Lasci che le ponga una domanda: secondo lei, a chi si dovranno chiedere i danni prodotti dalle azioni gratuite messe in atto?
Ecco perché le rivolgo un appello accorato, perché non si compia un atto di profonda ingiustizia, i cui effetti devastanti potrebbero segnare a vita bambini fragili. La prego di interrompere queste azioni di ingiustificato pregiudizio attualmente operativo nei confronti dei bambini e della ragazza. Le chiedo di avviare tutte le azioni che sono nelle sue prerogative affinché si possa approfondire i vari aspetti e chiudere questa vicenda senza creare ulteriori danni ai minori da lei seguiti.
Noi contestiamo le azioni operate e chiediamo che vengano fatti ulteriori approfondimenti con altri professionisti, che valutino la capacità genitoriale della Torre.
Lei ha delle responsabilità importanti, da cui dipende la vita di tre minori, oggi in armonia con la madre e il loro contesto sociale, e che saranno chiamate in causa nel caso di possibili danni, sia quelli già registrati, in itinere, e da quelli eventuali derivanti dall’allontanamento tanto più se coatto.
Sospenda il procedimento, ascoltando anche il nostro parere, che, le giuro, ha scandagliato approfonditamente la storia di questa famiglia. Come sempre siamo a disposizione per quanto attiene questa nostra richiesta e altre informazioni che lei richiedesse.
La ringrazio per la Sua cortese attenzione, porgiamo i nostri più sentiti
Cordiali Saluti
Prof.ssa Alfia Milazzo CAV OMRI
Presidente Fondazione La città invisibile
Catania, lì 19/12/2018
Utile spendere qualche riga sulle attività della professoressa Alfia Milazzo e della sua fondazione.
L’orchestra Giovanile Falcone Borsellino e la Fondazione La città invisibile
La città invisibile ha creato l’Orchestra “Falcone Borsellino” nel 2009 con lo scopo di sostenere i bambini estremamente poveri, con handicap, in difficoltà a causa di genitori in carcere o malati, e gli adolescenti a rischio (impedendo loro di entrare nei clan mafiosi e nella delinquenza comune), o ancora bambini immigrati, o vittime di violenze e abusi. Si rivolge comunque a tutti i bambini, poiché non si occupa dei loro deficit ma ha lo scopo di allenare e ampliare le loro potenzialità, secondo i dettami della psicologia positiva.
La Fond. La città invisibile opera nei quartieri di Librino, San Berillo e San Cristoforo di Catania e nei comuni della provincia etnea (Adrano).
La Scuola di vita e orchestra offre nutrimento culturale e valoriale positivo a questi ragazzi, attuando il principio della fratellanza, in cui l’Orchestra diventa patrimonio comune e il luogo concreto di un riscatto collettivo. I ragazzini vengono inseriti e coinvolti in attività di formazione musicale orchestrale impostata principalmente sulla pratica, che tende ad esaltare la partecipazione emotiva legata al piacere di suonare insieme. Ad insegnare in questa scuola, alcuni dei migliori maestri del Sistema Abreu. Il Metodo Abreu è stato integrato con un metodo più ampio ideato dalla Città invisibile per fronteggiare le situazioni gravose in cui si trovano i bambini. Le lezioni sono prevalentemente di gruppo, gratuite e precedute da momenti di life coach, che servono da spinta motivazionale alla legalità, corsi per incrementare l’intelligenza, la memoria, la concentrazione e la creatività. Altri corsi paralleli sono quelli di poesia, teatro, matematica, autodifesa, attività di book and writing therapy, volte a promuovere la cultura della collaborazione e della condivisione. Offriamo gli strumenti in comodato d’uso gratuito. La nostra fondazione è composta solo da volontari.
La città invisibile pratica l’integrazione, l’inclusione, la coesione sociale, proponendo l’esempio di due eroi modello del nostro tempo, Falcone e Borsellino. Infatti sono i modelli positivi e gli esempi buoni che stimolano i minori a uscire dall’autocommiserazione e a cercare di affermare una propria autodeterminazione e la voglia di riscatto. Modelli, esempi e buone pratiche offrono il senso e la direzione dell’arte: sono una guida etica che in questi anni ha prodotto enormi risultati per una realtà autentica e povera. Abbiamo formato oltre 1000 ragazzi nella musica e 6755 nella legalità. I ragazzini hanno eseguito oltre 120 concerti, tutti dedicati all’affermazione di un diritto o di principi di grande valore morale. Tra questi ricordiamo i concerti per la memoria attiva su Falcone, Borsellino, le scorte, Dalla Chiesa, Fava, e soprattutto quello per papa Francesco in piazza San Pietro a Roma. Importanti i concerti all’auditorium di Taormina, nel Duomo di Monreale, nella Cappella Palatina, nel teatro antico di Segesta, nella Villa del Casale di Piazza Armerina e prossimamente nella Basilica di Assisi.
L’orchestra è MESSAGGERA DI PACE per Unicef e Testimonial nazionale per la Campagna della CCSVI.
La città invisibile gode del riconoscimento di numerosi enti ed istituzioni tra i quali il Senato, il Miur e l’Assemblea Regionale Siciliana.
Concludiamo con la magistrale lettera scritta dalla giovane M. alla Tutrice
Gentilissima avvocatessa,
Le scrivo chiedendo spiegazioni in merito alle inadempienze che lei ha prodotto nei confronti dei miei interessi, in qualità di tutrice e curatrice assegnata dal Tribunale per i Minori per la gestione delle mie risorse economiche e per il loro utilizzo:
1.SOSPENSIONE DELL’INDENNITÀ DI FREQUENZA A ME ASSEGNATA DALLA LEGGE 104 PER LA MIA RICONOSCIUTA DISABILITÀ: poiché lei non ha presentato la richiesta di revisione della documentazione necessaria per il prolungamento della mia indennità, questa non è stata riconfermata. Al danno si è aggiunta la beffa. L’INPS ha richiesto una restituzione della rata di giugno versata sul mio conto da lei gestito a mia madre. A tal proposito le ricordo anche che nel mese di aprile è scaduta la data entro la quale bisognava presentare la richiesta di revisione della pensione di invalidità e di accompagno assegnata a mio fratello S. Ora, come avrebbe intenzione di risolvere questo problema gravissimo di cui lei è unica e sola responsabile? A chi dovrei chiedere i danni in caso di mancata risoluzione di tutti i danni causati dalla sua inadempienza?
2.RITARDO O ASSENZA DELLA SUA FIRMA NELLE DELEGHE SCOLASTICHE e in particolare:
a.firma della delega di partecipazione alle lezioni pratiche di scienze motorie di cui sono
ancora in attesa;
b.firma della delega per autorizzare la scuola ad utilizzare la mia immagine ;
c.mancato interesse nei confronti della mia vita scolastica, infatti non mi risulta che lei abbia
mai telefonato a scuola per conoscere il mio rendimento scolastico e le mie difficoltà. Nell’unico caso in cui lei si è occupata delle mie difficoltà scolastiche in matematica mi ha impedito di continuare le lezioni private della materia mettendo a serio rischio la mia promozione.
3.NEGLIGENZA E INDIFFERENZA NEI CONFRONTI DEI MIEI INTERESSI DI STUDENTESSA: essendo io iscritta ad un corso di studio che prevede la comprensione l’esercizio delle materie linguistiche (se lo ricorda? Frequento un liceo linguistico), è richiesta dalla mia scuola la partecipazione a viaggi studio di approfondimento delle lingue straniere. Tutto quello che quindi io le ho sempre chiesto, inutilmente a quanto dicono i fatti, cioè di partecipare agli incontri o comunque di prendere visione delle mie necessità di studio, lei ha mostrato indifferenza e a volte, supponenza. In particolare su questo fronte, per quanto riguarda i permessi da firmare per consentire ciò che è garantito come opportunità a tutti i miei compagni: la partecipazione a questi viaggi. Invece, ultimamente, lei mi ha impedito per negligente assenza, di partecipare al viaggio studio per Dublino, perché lei non si è curata di prendere visione della richiesta e ha utilizzato un cavillo burocratico (in questo caso ricordandosi i metodi di un Azzeccagarbugli di manzoniana memoria?), attribuendo questa mancata adesione al fatto che prima si era parlato del viaggio a Valencia e successivamente di quella a Dublino. Un particolare che non ha impedito i genitori e i tutori dei miei compagni di fare in modo che prendessero parte a questo viaggio, tanto importante per chi studia le lingue. La destinazione infatti è stata cambiata poiché non era stato raggiunto il numero di adesioni previsto per Valencia. Tutto questo che cosa mi dovrebbe dimostrare? Che lei non è interessata a farmi proseguire adeguatamente gli studi? E quando io presa dallo sconforto le ho detto al telefono che non avendo queste possibilità non avrei potuto continuare a studiare nella mia scuola, lei mi ha risposto con stizza e disprezzo: “fai quello che vuoi”. Questo le sembra sia un modo di incentivare e di promuovere e motivare allo studio la mia persona? Ha una vaga idea di QUANTO STRESS E SOFFERENZA MI PROVOCA IL SUO COMPORTAMENTO? Conosce bene le mie condizioni di fragilità di salute fisica, e da quando sono capitate queste difficoltà, che per me sono state umiliazioni gratuite, sto soffrendo un grande stress.
4.RIFIUTO DI FARMI FREQUENTARE LA SCUOLA GUIDA PER POTER ACQUISIRE IL PATENTINO: pur essendo a conoscenza del fatto che il mio luogo di residenza sia a Librino, che questo dista 15 km dalla scuola da me frequentata e quindi che per raggiungere la scuola puntualmente devo utilizzare i mezzi pubblici, spesso carenti o in ritardo, e di conseguenza che questo spostamento mi provoca un ampio spreco di energie, costringendomi ad alzarmi alle 5:00 del mattino per poter arrivare in orario, lei mi ha impedito di acquisire la capacità di guidare un mezzo idoneo alla mia fascia di età permessa dalla legge il mezzo non sarebbe stato un capriccio ma sarebbe semplicemente servito ad accelerare i tempi del percorso e a rendermi meno affaticata durante le ore di lezione.
5.RIFIUTO DI PROVVEDERE A MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI SERENITA’ DI MIO FRATELLO S.: Avvocatessa mio fratello è molto malato, come lei sa, e lo specialista che lo segue gli ha consentito di frequentare una scuola calcio. Ciò eviterebbe che lui stesse tutto il pomeriggio davanti alla play station e lo incoraggerebbe a vivere più serenamente, facendolo sentire uguale ai suoi coetanei. Ma lei puntualmente si è rifiutata di firmare l’accesso di S. alla scuola calcio. Per quale motivo non lo ha spiegato. Come crede mi senta a vedere piangere mio fratello che, oltre a dover affrontare il suo difficile stato di salute, deve subire l’ennesimo rifiuto dalla vita, rifiuto dettato da lei?
Recentemente lei ha detto ad alcuni miei docenti che io devo prima chiederle scusa e dopo lei sarà disponibile a trattare, ad apporre qualche firma su ciò che riguarda i miei bisogni di studio. Ebbene, le volevo spiegare perché non lo farò. NON LO FARÒ MAI. Perché studiando ho capito che ciò che chiedo per ricevere maggiore istruzione, non è una pretesa assurda, è un mio diritto. Il mio diritto lei lo ha negato. Visto che sono stata anche garbata nella richiesta telefonica e che invece è stata proprio lei ad insultarmi e ad alzare la voce, non so chi dovrebbe chiedere scusa all’altra. Che cosa voglio dimostrarle con questo mia ferma decisione e in fondo con questa mia umile lettera? Voglio dimostrale che credo nell’importanza della scuola, della cultura e della vera giustizia. Si può dire la stessa cosa di lei? Io credo nel merito e mi impegno nello studio a scuola perché conosco i miei doveri e so che il futuro me lo devo costruire con i miei soli meriti. Non le chiedo scusa perché io non ho mancato a nessun dovere, mentre è lei che lo avrebbe fatto. Non le chiedo scusa a nome di tanti ragazzi come me, che vogliono conquistare un posto in questa società, uscendo dalle bruttezze della periferia, perché ne hanno diritto e non perché privilegiati. Non le chiedo scusa perché ho subito danni da lei mentre io a lei non ne ho creato alcuno.
Ma se lei desidera ancora umiliarmi a che serve questa lettera? Vorrebbe trattare con me? E che cosa? La mia umiliazione le darebbe soddisfazione? Per quale motivo ne avrebbe bisogno? Le sembra cosa corretta impostare il nostro rapporto su una “trattativa” in cui in cambio dei miei negati diritti lei acquisisce sicurezza e suo potere? In quale codice di diritto, in quale legge è descritta la necessità o la liceità di questo baratto? Chi le ha dato il ruolo di tutore le ha forse consegnato in mano il diritto di impedirmi di costruire un futuro attraverso l’impegno scolastico? Le ha per caso imposto la mia indennità? O meglio la sua abolizione? Pensa che ciò sia sufficiente motivo per non chiederle scusa? Temo che non riceverò nessuna risposta a questa lettera, come sempre. Ma, mi creda, questo è tutto.
Distinti saluti M. C.
Sarà nostra premura seguire l’intera vicenda e contattare i responsabili dei servizi sociali, per avere una loro testimonianza diretta. Il dibattito è pertanto apertissimo e la speranza è quella di saldare la frattura fra pratica e teoria, fra diritti e doveri, ancora più inaccettabile quando si tratta di minori e soprattutto di minori che vivono in condizioni di disagio.
Non vogliamo certo iscrivere una seria ipoteca sul futuro dei nostri giovani!
Non ho parole da aggiungere a quanto MAGISTRALMENTE illustrato in quest’articolo; soltanto un profondissimo, personale ringraziamento a lavalledeitempli.net
Seguirò anche io, con i miei amici, l’evoluzione di quest’assurda, incredibile, ma purtroppo realissima, vicenda inaccettabile.
Mario Strano