Ha iniziato contro le violenze. Ed ha avuto ragione perché la Francia è stanca. Non tornerà indietro sull’imposta sulla fortuna ma che il Governo controllerà meglio l’evasione fiscale. Due sorprese, il salario minimo sarà aumentato nel 2019 e le pensioni non subiranno le pressioni previste.
“Mi sono accorto che c’è una collera, inizialmente quella contro una tassa (…) ma si tratta di una collera più profonda (…) quella degli operai, delle donne sole, divorziate che non ce la fanno da sole, quelle dei più fragili che non trovano posto nella società ma abbiamo finito per dimenticarli vigliaccamente”. “Malessere democratico e e del principio di laicità”. “Senza dubbio da un anno e mezzo non ci siamo accorti di queste difficoltà”. Il Presidente Macron ha fatto mea culpa. Ha aggiunto che molti altri paesi vivono lo stesso malessere ma che un popolo che vive un malessere così grande non deve essere dimenticato. “E’ il malessere professionale sociale e professionale che voglio decretare oggi”. Ha ammesso la lentezza delle disposizioni prese. Ha chiesto a tutti gli imprenditori di versare un premio di fine anno. Domani il Primo Ministro prensenterà un programma.”.
Ha ripetuto più volte il termine “dovere” nel senso di dovere di lavorare insieme. Ha parlato di immigrazione e di lavoro collettivo per coordinare la collaborazione con i Sindaci come relè. “Siamo in un momento storico per il nostro per il nostro paese, storicamente (…) la nostra battaglia è per la Francia. Viva la Repubblica, Viva la Francia”.
Ora la Francia è in mano alla reazione dei gilets jaunes, purché non si facciano influenzare da politici come Mélénchon che, appena finito il discorso aveva già pronte le risposte che mettono paglia sul fuoco. Di 13 minuti di discordo il leadeer della France Insoumise ha fatto un commento quasi più lungo estrapolando risposte che nonesistono ancora e chiedendo un Atto V dell’insurressione. Pura incoscienza !
Luisa Pace