GRUPPO PARADISO II° (ricerca) –
- L’essenza ontologica delle tre determinati Heideggeriane non è contenuta nelle singole PRAXEIS, POIESEIS E THEORIAI ma in un messaggio che va oltre gli argomenti contenuti e visibili.
- Tale messaggio viene da lontano e contiene la completa storia dell’individuo all’insaputa del medesimo.
- Nell’essere universale è importante che l’individuo non conosca la propria storia o comunque, NON NE SIA VINCOLATO.
- Dal momento che non è possibile lobotomizzare i centri della memoria occorre avvolgere la storia in un velo limbico che non deve ostacolare ne influenzare la percezione del divenire.
- Inevitabili ricordi possono essere utilizzati in questo processo evolutivo come errori da non commettere o realtà percepite in modo opposto. Ciò che è passato è passato e non deve ostacolare la proiezione in avanti del divenire.
- Tra i grandi ostacoli tesi a conservare i pezzi buoni della nostra storia c’è il fatto che sono legati ad una comprensione naturalistica del tempo, la quale impedisce di articolare la sua comprensione dell’ESSERE in relazione all’esplicarsi completo della totale crono logicità del tempo, cioè: passato, presente, futuro e di vivere quest’ultimo con la atemporalità necessaria per essere universali.
- La perdita di contatto con il reale è l’ingresso in una dimensione superiore e da luogo allo stato di ESTASI.
- L’estasi è l’anticamera dello stato di benessere felice.
- Il progetto evolutivo del linguaggio superiore e l’essere universali non è una mera esercitazione intellettuale o un mezzo per acquistare smalto, potere o fascino, ma una pregnata catarsi rivoluzionante l’intera identità al solo scopo di raggiungere la felicità continua.
- Sentire l’esistenza in tutte le sue connotazioni ci aiuta molto Heidegger in senso pratico morale dove l’autoriferirsi dell’essere al proprio essere predispone all’oltre.
- L’esserci non si realizza nella stabilità di un essere o di un atto puro in quanto finitudine, è un poter essere che si tende in avanti e inevitabilmente sospinto fuori della stabilità della presenza che si espone all’instabilità dell’estasi che cercherò attraverso la trascendenza di rendere atemporale il divenire.
- L’estasi esprime il suo linguaggio superiore attraverso una poliedricità di espressioni – emozioni ove anche la fisicità ha il suo spazio inevitabile.
- L’energia che si produce dallo stato di grazia dell’estasi è decisamente superiore a tutto ciò che fin’ora si è provato.
- L’essere universali si distingue oltre che dalle opere e dal linguaggio, per una carica energetica che è fonte e prodotto e si estrinseca al di fuori del tempo e degli schemi ottimizzando istintivamente la ricerca.
Professore Francesco Pesce