La situazione drammatica del Venezuela non data di oggi anche se continua ad essere in secondo piano, se non ignorata dai media europei.
Dopo un lungo periodo di esazioni da parte del presidente Maduro, dittatore a tutti gli effetti, i venezuelani devono far fronte anche ad una inflazione record con una svalutazione del bolivar che rende impossibile anche l’acquisto di beni di primissima necessità.
Maduro è stato rieletto il maggio scorso con un briciolo di voti tanto l’astensione è stata forte. Almeno Brasile, Canada e Cile non hanno riconosciuto questo governo… L’opposizione è messa a tacere. Alcune scuole hanno già chiuso, i bambini sono troppo deboli per seguire i corsi. Mancano cibo, acqua e medicinali. ll popolo ha fame e cerca di fuggire verso la Colombia, l’Ecuador o l’Argentina… Esplicito il rapporto di Amnesty International del quale basta leggere anche solo questo passaggio: “Difensori dei diritti umani sono stati al centro di vessazioni e intimidazioni e hanno subìto irruzioni nelle loro abitazioni. Le condizioni di vita nelle carceri sono rimaste estremamente dure. La crisi alimentare e quella sanitaria sono peggiorate, colpendo in particolar modo i bambini, le persone affette da patologie croniche e le donne in gravidanza.”.
La situazione diventa ancora più drammatica perché gli esuli cominciano a trovare porte chiuse alle frontiere a causa delle violenze xenofobe da parte di alcuni abitanti di paesi limitrofi come il Brasile.
Non c’è pace per i venezuelani, presi in trappola tra una dittatura che li ha affamati ed un’America latina ormai destabilizzata dalla crisi provocata da Maduro. L’ONU ha lanciato l’allerta ed il 5 settembre 11 paesi sudamericani si sono riuniti in Ecuador esprimendo la “volontà di accogliere i profughi”. Hanno anche chiesto a Maduro – che non si è presentato – di fornire documenti d’identità ai migranti. Ma già da tempo i venezuelani non riescono a rinnovare i propri documenti. Purché non diventi una storia senza fine come quella dei migranti nel Mediterraneo dei quali, dopo anni di vertici e riunioni varie, nessuno sa gestire.
Luisa Pace