E’ difficile stabilire chi possa aspirare al record delle cavolate in questo caotico mondo politico italiano.
Ma ne ho inteso una che mi pare che difficilmente possa essere superata.
Il Ministro Savona, quello la cui collocazione alla guida dell’economia stava per far saltare la stessa ipotesi di un Governo Cinquestelle-Lega e che è stato “utilizzato” in altro Dicastero, quello degli Affari Europei (tanto, poi, in questo Governo tutti pretendono di occuparsi di tutto) ha affermato che “bisogna prepararsi all’uscita dell’Euro”, perché l’uscita, anche se noi non la vogliamo (ma lui la vorrebbe) ce la potrebbero imporre gli altri. Imporre, è, o dovrebbe essere chiaro, in caso di fallimento della nostra economia.
In sostanza: prepariamoci al fallimento, all’impossibilità di governare l’economia. Prepariamoci al terremoto, al finimondo, alla catastrofe.
Una volta quelli che parlavano così li chiamavano “menagrami” o, con più sonoro vocabolo napoletano, “jettatori”.
Sulla figura dello “jettatore” Pirandello ha fatto la bellissima opera teatrale “La patente” e Totò il bellissimo film.
Savona vuole anche lui “la patente!”
La patente di menagramo.
Questo suo sagace intervento, che sembra fatto apposta per rallegrare e rassicurare Borse e mercati, è espressione di pirandelliano potere della jettatura.
Tutti in questo Governo vogliono avere il potere degli altri e più di quello che loro spetta. Ciascuno a suo modo.
Ora viene fuori Savona e sfodera nientemeno il potere del menagramo.
Prepararsi al fallimento.
Menagramo o no, una volta il fallimento “preparato” si chiamava bancarotta fraudolenta. Un grave reato.
Mauro Mellini