Sabato mattina su rai radio uno nella trasmissione L’inviato speciale a cura della giornalista Rita Pedditzi è andato in onda un servizio dedicato al quadro del Caravaggio rubato la notte del 17 ottobre del 1969 nell’oratorio di San Lorenzo a Palermo, molto interessante e nonostante siano passati 49 anni dal furto, ancora attuale visto che recentemente è stata riaperta l’indagine grazie a atti della commissione antimafia con nuove dichiarazioni del pentito Gaetano Grado e il fascicolo è stato assegnato all’aggiunto Marzia Sabella e al pm Roberto Tartaglia che vengono intervistati assieme aSimona Mazza autrice del libro “Dai memoriali di Vincenzo Calcara. Le cinque entità rivelate a Paolo Borsellino” e al Professore e storico Giuseppe Carlo Marino.
“Quella tela rubata dai boss” comincia così la trasmissione, con le parole del giudice Marzia Sabella che spiega il valore simbolico del quadro nella lotta alla mafia e di conseguenza il suo ritrovamento avrebbe quasi una simbologia risarcitoria verso il popolo che ha dovuto subire il male mafioso. Prosegue poi la giornalista Pedditzi spiegando come la commissione Antimafia con una propria indagine autonoma, grazie a nuovi elementi emersi e anche ad alcune nuove dichiarazioni del pentito Francesco Marino Mannoia sia arrivata alla conclusione che ci possa essere la possibilità di ritrovare la tela del Caravaggio e quindi giustificando la riapertura del caso. Continua la giornalista intervistando il Professore Marino e la Direttrice del polo museale di Palermo la Dott.sa Evelina De Castro arrivando all’intervista alla giornalista Simona Mazza autrice del libro “Dai memoriali di Vincenzo Calcara. Le cinque entità rivelate a Paolo Borsellino” in cui il “pentito” Vincenzo Calcara dice che il Caravaggio veniva esposto nei summit di mafia per poter essere ammirato. Affermazione questa smentita dalPentito Mannoia che a tal proposito ha dichiarato “che questo quadro sia ancora buttato chissà dove io non lo so… Ma poi si sentono dire tutte queste cose … Tutte queste leggende metropolitane che il quadro veniva esposto dalla commissione di cosa nostra nei meeting… Tutte queste buffonate. Non esistono queste cose! Cosa nostra è una delle organizzazioni più serie che esistano sul pianeta!”.
Dello stesso avviso di Marino Mannoia, le cui affermazioni in merito sono agli atti della Commissione Parlamentare d’inchiesta, la Dott.sa Sabella, la quale nel corso dell’intervista ha precisato come la leggenda metropolitana dell’esposizione della tela durante i summit di mafia, non sia mai stata presa in nessuna considerazione.
Da quanto dichiarato dalla Dott,sa Sabella si è appurato che inizialmente il furto fu effettuato da due ladruncoli qualunque e solo successivamente se ne interessò la mafia, dopo aver saputo del grande valore economico tanto da aver contattato un grosso commerciante Svizzero di opere d’arte. Conclude la Sabella spiegando che tutto questo è plausibile in quanto con il successivo avvento dei corleonesi non si è mai parlato del quadro e che l’esposizione dello stesso nei summit è solo una leggenda metropolitana.
Maurizio Franchina