All’ordine del giorno un briefing dell’Alto Commissario ONU per i Rifugiati (UNHCR), Filippo Grandi. La riunione assume particolare rilievo non solo per la tematica in discussione, di estrema attualità, ma anche per via del fatto che l’ultimo intervento in CdS di un Alto Commissario risale al 2009 (quando l’attuale Segretario Generale ONU, Antònio Guterres, ricopriva tale incarico).
L’Alto Commissario ha ringraziato la Presidenza Italiana per l’opportunità concessa di rivolgersi al Consiglio, sottolineando come sia nelle possibilità dei suoi 15 membri prevenire le crisi che causano i movimenti di popolazione, e porre loro fine ponendo in essere soluzioni politiche.
Nel suo intervento pronunciato, in nome dell’Italia, il Sottosegretario Amendola ha sottolineato la necessità di passare da un approccio basato solo sull’emergenza ad uno di lungo periodo. “Dobbiamo migliorare la nostra capacità di affrontare le cause profonde di queste crisi e dare speranza e dignità alle categorie più vulnerabili della popolazione civile, specialmente i giovani”, ha detto il Sottosegretario. L’Italia crede nel principio della “responsabilità condivisa” tra paesi d’origine, transito e destinazione. Con particolare riferimento alla Libia, Amendola ha chiesto di migliorare l’accesso e la protezione dei richiedenti asilo, rifugiati e sfollati. A tal fine e’ cruciale di aumentare la presenza dell’Alto Commissariato ONU per la protezione dei diritti umani nei campi profughi.
In conclusione, Amendola ha quindi richiamato il Consiglio di Sicurezza alle sue responsabilità primarie di mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, secondo le aspettative di quei milioni di persone che contano sull’ONU per recuperare e costruire la pace.