Sciopero? “La legge va cambiata, ma il tema è delicato e deve intervenire il Parlamento”; “Va aperta una riflessione su come dare senso alla rappresentanza”. Uno sciopero è talmente importante che prima di indirlo, si interpellano i lavoratori e si vede se la maggioranza è d’accordo”. Ed ancora:”Bisogna ovviamente garantire il diritto allo sciopero, ma distinguendone tempi e modi. Ad esempio, deve contare se è proclamato da organizzazioni rappresentative o meno”.
Il giornalista insiste: I confederali – che non sostenevano lo sciopero nei trasporti – mostrano una volta di più di non riuscire a intercettare l’umore dei lavoratori? la risposta del ministro: “È chiaro che esiste una tendenza generale a non identificarsi più nelle sigle ufficiali, questo accade in molti ambiti. Ed ancora: “Noi abbiamo interesse a non frammentare questa rappresentanza, altrimenti avremo sempre sigle che lanciano uno sciopero al giorno per guadagnare quattro tessere”.
Voglio rassicurare chi legge. Non siamo nel 1889….(Nell’ordinamento giuridico italiano,fino al 1889 lo sciopero era considerato come un reato. Nel 1889, con l’entrata in vigore del nuovo codice penale fu abrogato il reato di sciopero, ma esso doveva svolgersi, senza “violenza o minaccia”). Siamo nel 2017 e le dichiarazioni sono di un ministro di “sinistra”. Basta girare lo sguardo per rivedere,magari in bianco nero,le “vecchie assemblee” ascoltare i dibattiti. Erano interessanti, spesso molto accesi. Le “incazzature” le urla,erano abitudine. Alla fine dell’ incontro c’era la fila,gli spintoni per gli interventi al microfono. Poi, le mozioni. Dopo le assemblee si andava al presidio dei compagni che attendevano con ansia, poi gli scioperi, le manifestazioni. La partecipazione era intensa e sentita. I lavoratori non avevano PAURA. Negli ultimi anni sono accadute molte cose e ognuna di queste ha fatto sì che punti fondamentali per i diritti dei lavoratori perdessero di significato. Nel 1993 Guido Clericetti,scrittore e disegnatore italiano scrisse una massima: COMUNICATO SINDACALE: “Lo sciopero di oggi ha avuto un clamoroso successo: perfino gli scioperanti hanno scioperato, andando tutti a lavorare!
Per tornare al ministro di “sinistra” gli voglio rammentare che In Europa, lo sciopero non è monopolio sindacale, può quindi essere proclamato dal più piccolo gruppo di lavoratori esistente in azienda, ed esercitato dai singoli non iscritti ad alcun sindacato o anche se iscritti a sindacati diversi da quelli che proclamano lo sciopero. È inteso come atto della libertà di associazione, oltreché come diritto particolare dei lavoratori. È escluso il licenziamento di chi proclama o partecipa a scioperi. Lo sciopero sospende temporaneamente il contratto di lavoro, ha come conseguenza l’assenza di obbligo della prestazione lavorativa, e per il datore di corrispondere la retribuzione. Forse il ministro di “sinistra”pensa di vivere nel 1889. Tira il vento di manifesti di cartone inchiodati ad una bacchetta di legno. Tira aria di bandiere colorate solo di rosso. Tira aria di riconquista della dignità del lavoro,in ogni angolo sperduto d’Italia.Tornano prepotentemente le parole di Federico Caffè, economista italiano: “Nessun male sociale può superare la frustrazione e la disgregazione che la disoccupazione arreca alle collettività umane”.
Aldo Mucci