Hanno ragione? Hanno torto? La protesta contro la TAV ha finito con i tradursi nell’azione violenta dei manifestanti contro quella che gli stessi definiscono l’azione violenta del capitalismo.
Ma quale mente, se non una mente malata, può spingere all’uso della violenza contro chi sta soltanto svolgendo il proprio lavoro? Quale può essere il consenso che ne dovrebbe nascere se l’obiettivo della violenza sono poliziotti e militari chiamati a presidiare i cantieri?
Sabato sera, e per buona parte della notte, si è assistito a quella che i No Tav sul loro sito hanno definito come “la passeggiata serale in Clarea organizzata dal campeggio di lotta No Tav”.
Un “campeggio di lotta” già annunciato sul loro sito, che ha visto oltre trecento persone partire dal presidio di Venaus con una carovana di macchine per raggiungere Giaglione e da lì ripartire in direzione cantiere.
Divisi in diversi gruppi, una parte è rimasta sul sentiero principale, altri hanno preso la via dei boschi salendo in alto per poi ridiscendere, altri ancora sono scesi più in basso guadando il Clarea per arrivare alle spalle del cantiere.
Al tentativo della polizia di far desistere i dimostranti da azioni violente, i No Tav hanno risposto con sassaiole, fuochi d’artificio e petardi che avevano come obiettivo quello di colpire agenti e militari in servizio al cantiere.
Non una protesta civile, ma una notte di follia che solo grazie alla professionalità di chi ha subito per ore gli attacchi, senza lasciarsi prendere dal panico o dal nervosismo, ha fatto sì che non ci fossero feriti o vittime.
Razzi e fuochi d’artificio sparati ad altezza d’uomo, come dimostra il loro video e alcune loro immagini pubblicate sul sito, senza far mistero di comportamenti violenti che avrebbero potuto ferire in modo grave i militari o gli agenti in servizio.
Cui prodest un’azione di guerriglia che avrebbe potuto generare altra violenza? Una legittima protesta non ha bisogno di incivile follia, ma di menti pensanti ed equilibrate. La violenza gratuita porta solo al rifiuto della popolazione civile che, pur condividendo le ragioni delle manifestazioni, si allontana da un’allucinazione collettiva che va a beneficio solo di una certa fascia politica, di una certa stampa e di un po’ di estremisti pronti a urlare contro il “terrorismo di Stato”, nell’ipotesi in cui qualche manifestante fosse rimasto ferito dalla giustificata risposta da parte di chi si trova a subire le aggressioni.
L’attacco violento e ingiustificato da parte di questi guerriglieri della domenica, pardon, del sabato sera, che genere di terrorismo è?
Luisa Pace
Tantissima tristezza.Opto di condividere la decisone delle forze dell’ordine che a quel poco che io posso constatare si sono comportati in modo civile.Ma che cosa sta’ succedendo? Guerra civile? Italiani svegliatevi VOTATE PROTESTATE ma restate un POPOLO con coscienza .SIAMO ITALIANI NON SELVAGGI AUTOMI.
Grazie signor Gianni per l’informazione .Rispettosamente Laura.