Che la madre dei cretini sia sempre incinta, è un detto che tutti conosciamo. Il guaio è quando all’imbecillità si unisce una cultura pseudo mafiosa che nella sua grettezza non tiene conto neppure del dolore che talune affermazioni possono causare in chi ha vissuto tragici eventi che ne hanno segnato la vita.
La possibile presunta scarcerazione di Salvatore Riina, ha dato luogo a diverse reazioni, in particolare da parte di chi a opera del boss ha subito eventi luttuosi.
Si può anche discutere su aspetti giuridici, sull’utilità o meno della pena all’ergastolo, ma è inaccettabile, vergognoso e criminale, affermare che un boss sanguinario come Riina sia da santificare subito.
Toto, non è Totò Riina. Si tratta del profilo Facebook di un cittadino di Cammarata, provincia di Agrigento, che il sei giugno ha pubblicato sulla sua bacheca un post sul “diritto a morire dignitosamente”, come affermato dalla Cassazione, in merito al caso Riina, rinviando al tribunale di sorveglianza di Bologna, che aveva respinto la richiesta di differimento della pena, affinché motivasse meglio le ragioni della decisione.
Il “buon Toto”, forse per simpatia dettata dal nome in comune con l’ergastolano, forse per effetto di una subcultura difficile a volte da sradicare, forse per ignoranza (o peggio), certamente per insensibilità, senso civico e rispetto per la legalità, commentava così il post in bacheca: “Io lo farei santo!!!!!”
Detta così, potrebbe sembrare una frase ironica, di pessimo gusto ma pur sempre ironica.
Purtroppo, leggendo i commenti successivi, vien fuori una verità ben più grave.
In risposta a un commento, Toto scrive: “E stato un signore… Ora come ora ci vorrebbero persone come lui!!! XK siamo governati da nulla facenti” – continuando – “Io lo farei santo anke x quello ke ha fatto”.
A far da eco al nostro “eroe”, il suo amico Alberto: “Siamo tutti cu zi Totò”.
Tra gli amici dei nostri due prodi c’è anche chi ha buonsenso, rispetto per le vittime e senso della legalità.
Dinanzi le critiche dei suoi amici, Toto non trova di meglio che paragonare Riina a Padre Pio:
“A padre pio l hanno fatto santo!!!”
Risponde una donna, probabilmente la cugina: “A me non rispondi xk sai che se ti potessi avere sotto mano te li farei cadere i denti….che cazzo paragoni Riina con Padre Pio ti sembrano la stessa cosa? Gli stessi principi? Uno é ancora vivo,purtroppo, dopo aver fatto uccidere,guarda non voglio pensare neanche al numero di persone…l’altro é morto continuando ad aiutare gli altri!!”
E se è vero che la mamma dei cretini è sempre incinta, non potevano mancare Nino, o Piero che commenta “ sono d’accordo con te devono farlo santo, anche dopo tutte le persone che ha ucciso….ma se si facevano i cazzi suoi e lo lasciavano in pace non moriva nessuno…”; né Vincenzo il quale afferma che “Molti giudici farebbero tantissimo bene al paese se con molta dignità si piantassero una pallottola in fronte!!” o Michael che fa sfoggio della propria cultura: “Ci volesse una bella pallottola di fronte”
Dulcis in fundo, una frase di Toto che, se non rendesse ridicolo lui e la stessa mafia della quale si fa supporter, vorrebbe suonare come una minaccia: “chi ha qualcosa da dirmi me lo dice in faccia e in caso gli scippu i cugliuna e ci mintu pi collana!!!!!”
A tal proposito, mi preme far notare al “buon Toto”, che qualcosa da dire io ce l’ho e spero di aver modo di dirlo presto nella sua Cammarata, teatro in passato di stragi mafiose.
Concordo invece con lui su un’affermazione rivolta a sé stesso: “Io nuddu sugnu ammiscatu cu nenti” (“Sono nessuno mischiato con niente”, modo siciliano per definire una nullità che più nullità sarebbe impossibile immaginare).
Gian Joseph Morici