Con una relazione basata su studi preliminari già condotti da società qualificate, il sindaco di Gela Domenico Messinese ha esposto, nella sala del Senato della Repubblica in Santa Maria in Aquìro a Roma, l’attendibilità tecnica di un’ipotesi operativa, molto trattata in ambito globale e in convegni specialistici, che si incentra sull’ipotesi di realizzare una piattaforma logistica nazionale adeguata ai flussi attuali e potenziali che transitano nel Canale di Sicilia. “Nell’era della globalizzazione – ha spiegato il primo cittadino del sesto Comune siciliano per popolazione – il trasporto marittimo, rappresenta un asse fondamentale per il commercio di merci. L’ampliamento del canale di Suez ha consentito il transito di nuove navi, lunghe quasi 500 metri, capaci di trasportare oltre diciotto mila containers (18 MTEU). Queste navi, che consentono una grande economia di scala nel trasporto marittimo, non trovano al centro del Mediterraneo aree portuali idonee ad accoglierle. Come indicato dall’Onu e dalla stessa Unione Europea, che concorre a realizzare il Programma delle Reti TEN T come fattore di coesione tra le regioni europee e gli Stati vicini – ha continuato Messinese-, si ritiene di fondamentale importanza la realizzazione di un hub portuale nel Mediterraneo, per il tran-shipment dei containers, in grado di collegare tramite fider, gli attuali porti esistenti che altrimenti sarebbero marginali nel trasporto merci marittimo. Da un’analisi condotta sull’orografia dei fondali, a sud della Sicilia, si è rilevato che è possibile realizzare soltanto nel golfo di Gela, grazie alla particolare conformazione orografica, una infrastruttura portuale offshore che possa essere utilizzata da hub logistico in grado di soddisfare alle esigenze del traffico navale attuale e di quello potenzialmente sviluppabile in futuro. Questa piattaforma, totalmente sganciata dalla terra ferma, posta proprio sulla più importante rotta navale al mondo, è in grado di riportare al centro del commercio marittimo l’Italia, andando a collegare tramite fider gli attuali porti Italiani, ridando loro competitività”. Gela è la più grande area di crisi industriale complessa d’Italia ed è inserita nell’Area Logistica Integrata del quadrante sud orientale della Sicilia. Per rendere competitivo il progetto è stato proposto inoltre agli interlocutori istituzionali un regime di sospensione d’Iva, permettendo di attivare un polo logistico nella matrice mare-terra-aria, unico nel Mediterraneo, in grado di servire l’Europa occidentale, con un accesso privilegiato al Nord Africa, ai Balcani e al Medio Oriente, aree importanti da un punto di vista energetico e commerciale, che troverebbero nel territorio gelese un zona economicamente vantaggiosa per la manipolazione delle merci. All’incontro romano hanno preso parte anche l’assessore allo Sviluppo Economico di Gela Simone Siciliano, fautore dell’inserimento della città nell’Area Logistica Integrata che comprende anche Catania ed Augusta, oltre a numerosi senatori, tra i quali Bartolomeo Pepe, promotore dell’iniziativa romana, Giovanni Mauro, Michelino Davico e Giuseppe Ruvolo, studiosi e stakeholders che si sono ridati appuntamento per costruire percorsi idonei di realizzazione dell’infrastruttura. “Il trasveralismo geografico, oltre che politico, dei nostri interlocutori – ha commentato il vice sindaco Siciliano – confermano l’autorevolezza di un progetto che tra dieci anni potrebbe essere realizzato in Tunisia, a causa dell’ennesimo disinteresse o di una nuova opportunità mancata a cui il nostro Mezzogiorno è condannato da tempo”. Il direttore della società di consulenza Goldwater, Marco Romani, ha rivelato di aver individuato un panel di investitori e a breve sarà avviata una selezione di manifestazioni d’interesse.