Due dati.
L’11,9% delle famiglie italiane è in difficoltà economiche, e il dato peggiora per gli over 65 (dato stabile dal 2015).
La disoccupazione è intorno al 12% (stesso livello del 1989 quando ho iniziato a lavorare io).
Se li sommiamo alla forte ascesa del M5S, e allargando un po’ la visione al successo del Brexit, di Trump e di Le Pen, è facile tirare una conclusione.
La sinistra, in occidente, ha fallito.
Nel momento in cui l’economia “tirava” e in cui l’egoismo era possibile relegarlo ai minimi termini, chi ha governato i nostri paesi si è preoccupato solo di scimmiottare il turbocapitalismo più becero, imponendo in alcuni casi norme (penso alla legge Fornero, in assoluto la legge più ingiusta e deleteria di tutta la storia repubblicana) che venti anni prima sarebbero state avversate con discese in piazza.
La cosa forse più triste è che non credo, come molti, che si sia trattato di una strategia, di un manipolo di oligarchi, o addirittura di un grande vecchio.
Purtroppo no.
Siamo stati noi, ingrassati, arricchiti, pieni dei nostri stracci firmati e ingioiellati, che abbiamo perso di vista quello che succedeva al nostro paese, ai nostri paesi.
Abbiamo lasciato che a governarci fossero nel miglior caso dei burocrati, nel peggiore dei puttanieri o degli egocentrici senza spessore, e ora con chi ce la vogliamo prendere?
Certo, i pentastelluti hanno buon gioco a sparare contro chi ha governato prima, esercizio facile e comprensibile.
Per me la democrazia è decisione e controllo.
Bisogna essere presenti in entrambi i momenti, sia quando si decide chi votare, che quando si controlla cosa combinano, e noi abbiamo perso di vista tutto quanto.
Ora la paghiamo con un ritorno alla povertà, con il 17% in meno di consumi alimentari, con la fine dell’ascensore sociale, e il ritorno (se mai se ne sono andati) delle classi dominanti.
Per i nostri figli, temo, solo la speranza di imparare bene l’inglese, o il cinese, e levarsi dalle palle il più rapidamente possibile.
Rodocarda