Più ci avviciniamo alla scadenza elettorale francese più sembra che il detto “l’unione fa la forza” sia ormai obsoleto, anzi, dimenticato per sempre.
Il centrodestra almeno ha deciso di sostenere François Fillon che comunque aveva deciso di non mollare perché attende il giudizio del “suffragio universale” in seguito agli scandali tirati fuori dal settimanale Il Canard Enchainé dopo che il candidato ha vinto le primarie de “Les Républicains” lasciando perplessi tutti coloro che avevano scommesso sul sindaco di Bordeaux, Alain Juppé. Nella saga centrodestra aspettiamo di vedere se i centristi dell’UDI ricambiano idea per riallearsi a Fillon.
Ma la notizia di oggi è “Delanoë le retour”. L’ex sindaco di Parigi, ritiratosi a vita privata, non ha resistito ed è riapparso per dichiarare che non ci pensa neanche a votare Benoit Hamon, vincitore delle primarie PS. Voterà Macron già al primo turno. Peccato che Delanoë sia stato un tenore del Partito Socialista e che questa sua esternazione venga a far traballare ulteriormente la sinistra.
Appurato che Hamon è un frondista, che ha abbandonato il proprio ministero assieme all’altro ribelle, Arnaud Montebourg, che si dice dell’ala sinistra del PS… appurato che non c’è stata scissione tra frondisti e PS “classici” prima del voto dei militanti, per quale ragione Monsieur l’ex Sindaco ha deciso di esternare una posizione che mette in ulteriore difficoltà i socialisti? Ha anche dichiarato che “Hamon è incapace di riunire la sinistra“. Aiutatelo allora.
Stiamo contando i giorni. Il 23 aprile ci sarà il primo turno. Il secondo il 7 maggio.
Delanoë avrebbe potuto schierarsi prima, magari in occasione delle primarie, invece di allearsi ufficialmente a Macron ed al suo movimento “En marche” all’ultimo momento. Movimento più liberal-democratico che “socialista sociale”. E’ vero che il programma di Hamon stenta a stare in piedi perché economicamente traballante ma si può sempre aggiustare.
Non si può gridare “al lupo al lupo” che oggi significa “alla Le Pen alla Le Pen” e poi viaggiare in ordine sparso, sparpagliato, anzi disseminato!
Non bastava la dichiarazione di ieri di Claude Bartolone, socialista, Presidente dell’Assemblea nazionale, che ha affermato di “faticare a riconoscersi nella campagna di Hamon” ?
Una lezione in tutto questo c’è: a destra come a sinistra si sono imprigionati nelle primarie e non riescono a rispettarne l’esito. La prossima volta evitino di chiedere il parere dei militanti.
Nel frattempo i francesi, quelli “normali”, il popolo diciamo, si chiedono per chi voteranno. Se un tempo il voto era soggetto tabù in Francia, ora la gente si scambia dubbi e domande.
Gli unici che ti rispondono convinti sono i frontisti. Loro non temono Marine, anzi, la voteranno convinti!
Luisa Pace