Le periferie parigine, le “banlieue” hanno conosciuto un mese di febbraio difficile con manifestazioni di protesta contro la Polizia, che ha spesso risposto con violente cariche contro i manifestanti che hanno reagito alle “violenze poliziesche”. Tutto ha avuto inizio il 2 Febbraio scorso ad Aulnay- Sous- Bois, quartiere della periferia Nord di Parigi.
Un semplice controllo di polizia, che si è trasformato in tragedia. Alcuni agenti si apprestano ad effettuare un controllo di identità a dei ragazzi, sospetti di spaccio. Théo, un 22enne di colore, si è trovato a “passare per caso”come ha lui stesso dichiarato ai media ed è stato coinvolto nella situazione. In un video si vede la scena. Dal suo letto d’ospedale Théo ha fatto una dichiarazione ai microfoni della TV BFM. “Mi hanno messo contro un muro, mi sono tolto le cuffiette e mi hanno strappato lo zaino. A quel punto mi sono dibattuto per mettermi nella linea di una telecamera. Ero di schiena ma di tre quarti quindi vedevo cosa facevano. Un poliziotto ha preso il suo manganello e me l’ha infilato tra i glutei volontariamente. Sono caduto in avanti e mi hanno ammanettato, insultato, trattato di negro (…)”. Dal commissariato Théo è stato trasferito in ospedale visto il suo stato. Vi rimarrà dieci giorni. Tre poliziotti sono sotto inchiesta per violenze volontarie ed uno per stupro. I quattro hanno l’aggravante della violenza di gruppo da parte di depositari della pubblica autorità”.
Malmenato come un animale, senza un vero perché. Il caso scuote l’opinione pubblica internazionale, e della questione se ne occupano alcuni uomini politici francesi, mentre un celebre avvocato francese, Eric Dupont-Moretti, diventa l’avvocato del giovane contro la polizia. L’immagine di Theo in ospedale, con addosso la maglia dell’Inter, confortato dalla visita del Presidente Hollande, è entrata rapidamente nella coscienza di tutti. Nell’immaginario collettivo di tanti abitanti delle banlieue e anche di tanti francesi Theo è riuscito a sfuggire, a sopravvivere alle prepotenze della polizia, e a denunciare tutto ciò.
Ma emerge anche un’altra storia, in quelle giornate davvero drammatiche per le periferie di Parigi. Pochissimi giorni dopo, sabato 4 Febbraio nei pressi della Prefettura di Bobigny : alcuni manifestanti in favore di Theo, che protestano contro le assurde violenze della polizia locale, prendono di mira e incendiano tutto ciò che gli capiti a tiro. Transita da lì in quegli istanti un’automobile, con a bordo una donna e i suoi due figli, un maschio e una femmina, di due e sette anni. I manifestanti non esitano a prendere di mira anche quella macchina, la bloccano, e cercano subito di darle fuoco, con i tre occupanti all’interno disperati e impotenti. Attimi drammatici. Gli esagitati cercano addirittura di ribaltare l’auto spingendola, la donna afferra il figlio piccolo, e riesce a fiondarsi fuori dalla vettura, ormai preda della follia dei manifestanti. Ma l’altra bimba è rimasta all’interno della macchina, paralizzata dalla paura, lasciata sola al suo destino, senza alcuna possibilità di fuga, davanti alla folla inferocita.
Quei momenti in cui capisci che probabilmente è finita, e speri solo nell’intervento di un angelo. E per quella bambina un angelo quel giorno arriverà davvero. Si chiama Emmanuel Toula, ha 16 anni, un ragazzo come tanti, si trovava lì e ha assistito a tutta la scena. Nessuno si muove, ma lui non ci ha pensato un attimo. Si lancia sulla vettura, sfidando le fiamme, riesce a sganciare la cintura di sicurezza che bloccava la piccola e la estrae dal macchina in tempo, giusto un attimo prima che il veicolo vada totalmente carbonizzato nell’incendio. Porta via la bambina, mentre lì continua a scatenarsi l’inferno, tra cariche della polizia e manifestanti indemoniati, e la affida agli agenti, che riusciranno a riportarla dopo due ore tra le braccia di sua madre.
Il ragazzo dichiarerà in seguito di aver pensato negli istanti prima a sua sorella più piccola, e che era arrivato il momento di agire, di correre immediatamente a salvare quella ragazzina. Quegli attimi, che ti possono cambiare per sempre la vita. La storia di questo ragazzo ha subito fatto il giro del mondo, suscitando grandissima ammirazione, e commuovendo davvero in tanti: telegiornali e quotidiani hanno dato ampio spazio a questa vicenda, e la Polizia di Parigi tramite Twitter ha riconosciuto il gesto davvero coraggioso compiuto dal ragazzo, mentre anche su Facebook era stato creato addirittura un gruppo che chiedeva una medaglia al valore per Emannuel.
Theo ed Emmanuel, due ragazzi giovani, semplici, sconosciuti. Diventati da adesso e per sempre due veri eroi.
Graziano Dipace