Siamo a nove giorni dal voto. L’esito del referendum non è affatto scontato.
C’è un dato certo e confortante: tutte le previsioni di voto fondate sui sondaggi eseguiti da tutte le organizzazioni specializzate, danno il NO in prevalenza costante da questa estate in poi. Si tratta di vedere quale ne sia l’attendibilità, che, alla luce di quanto è accaduto recentemente in altri paesi, non è oggi troppo sicura.
La prevalenza del NO è rimasta notevole con il diminuire degli incerti e dei disinformati.
Ma i sondaggi riguardano solo il voto dei residenti in Italia. Gli aventi diritto al voto all’Estero sarebbero, se non erro, il 5% del totale, così che ne potrebbe derivare un ribaltamento. Però la percentuale dei votanti è all’Estero sempre assai più bassa che in Italia. Inoltre, malgrado l legge che prevede tale voto sembri di tutto si preoccupi fuorché l’impedire i brogli ed addirittura il voto da parte di boss più o meno “governativi” e mafiosi e malgrado l’impossibilità all’estero di una efficace propaganda che non sia quella più o meno abusiva non è detto che l’incetta di voti per il SI possa riuscire totale.
Sarà quindi, probabilmente, una lotta all’ultimo voto. Potranno accadere fatti che influiscano sull’esito fino alla chiusura delle urne. E potranno intervenire altri brogli ed abusi di potere da parte di un Governo deciso, senza scrupoli di sorta, a farsi, come ogni governo golpista, la “sua” Costituzione.
Intanto è possibile tirare le somme di alcune situazioni politiche ormai maturate appieno e irreversibili. Berlusconi ha definitivamente perso l’autobus che avrebbe potuto portarlo alla meta di una forte leadership di un Centrodestra vittorioso, dando l’impressione ogni volta che ne ha avuto l’occasione di essere incerto e non più padrone nemmeno in Casa sua.
Convinto che parlare del dopo referendum è oggi fuor di luogo, se non per prendere atto che la vittoria del SI porterebbe “stabilità” solo nella svolta autoritaria grottesca di Renzi e, quindi la stabilità del peggio e dell’incerto, per il resto c’è solo da prendere ancora atto che non è stato solo Berlusconi a perdere l’autobus. Quanti, a Destra ed a Sinistra, hanno avuto nel referendum una occasione di emergere, non l’hanno colta.
Resta il fatto positivo che intorno al NO si è creato, come dice Renzi e come piace dire anche a noi, quell’”accozzaglia” che è segno di vitalità Democratica e Repubblicana.
Viva dunque l’”Accozzaglia”. Viva il NO.
Mauro Mellini