I BAMBINI E I RAGAZZI POSSONO TORNARE A CASA
“Voglio la pace. Perché non posso averla?”
A fine settembre, il Villaggio SOS di Damasco era stato bombardato e occupato dai militari siriani. 156 bambini e ragazzi, insieme a quasi 50 collaboratori, erano stati evacuati in una zona sicura.
“Quando abbiamo detto ai bambini che sarebbero potuti tornare nelle loro case erano felicissimi!” – racconta Rani Rahmo, Direttore Nazionale di SOS Villaggi dei Bambini in Siria – “Hanno iniziato a cantare, ballare, correre. Le educatrici hanno parlato con i ragazzi facendo loro capire che la situazione ora è sicura. Abbiamo psicologi che li seguono per elaborare il trauma subito dall’evacuazione”.
“La nostra Mamma SOS è più preoccupata di noi” – dice Anisa, 13 anni– “Ha fatto di tutto per tranquillizzarci, quando abbiamo dovuto lasciare il Villaggio SOS. Ci è stata vicino per non farci pensare a ciò che stava accadendo fuori da qui. Per fortuna che abbiamo lei”.
La decisione di tornare al Villaggio è stata preceduta da un’attenta valutazione di sicurezza. I Gruppi armati hanno lasciato il Villaggio e le zone limitrofe.
“Ho sempre detto di non aver paura di nulla” – spiega Rumi, 10 anni – “Ora però ce l’ho. Voglio la pace. Perché non possiamo averla?”
“Non era la prima evacuazione per alcuni dei bambini del Villaggio SOS di Damasco. 20 tra loro erano già stati evacuati da Aleppo nel 2012. Per loro la gioia è stata più grande. Temevano di aver perso di nuovo il loro punto di riferimento” – aggiunge Rahmo – “Il ritorno a casa ha ridato speranza per il futuro”.
SOS Villaggi dei Bambini continuerà a monitorare attentamente la situazione per garantire la sicurezza e l’incolumità dei bambini e ragazzi.“Facciamo appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto affinché vengano protetti i bambini dalla violenza e garantiti il diritto all’istruzione, alle cure mediche, a un luogo sicuro, al cibo e all’acqua” – conclude Rahmo – “La cura, la protezione e la sicurezza dei bambini e dei ragazzi sono le nostre priorità”.