Voci del mattino – Trasmissione di Rai Radio 1, ha ripreso, fra i vari argomenti trattati, i drammatici fatti del week-end scorso a Viry-Châtillon nella periferia parigina, dove quattro poliziotti sono stati violentemente aggrediti e feriti. Gli assalitori, una quindicina a volto coperto, ha attaccato la pattuglia di polizia di guardia alla videocamera collocata all’incrocio della Grande Borne, luogo di passaggio pericoloso per gli automobilisti spesso bloccati, rapinati e talvolta picchiati.
Si tratta anche di un punto di spaccio quotidiano, tra la zona di villette e la città dormitorio. I due poliziotti che si trovavano nella loro vettura sono in grave stato, entrambi gravemente ustionati. La poliziotta 39enne ha bruciature al volto ed alle mane ed il suo collega, di 28 anni, oltre alle bruciature al volto ed alle mani ha il 30% del corpo ustionato. E’ ancora in prognosi riservata. I due poliziotti giunti in loro soccorso hanno potuto lasciare l’ospedale anche se non riprenderanno subito il lavoro.
Il violento attacco è considerato premeditato e gli assalitori sono attivamente ricercati.
L.P.
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Paolo Salerno
Parliamo di Francia, della situazione nelle banlieue di Parigi che tornano a destare preoccupazione sulla scia del gravissimo attacco nei confronti delle forze dell’ordine che si è consumato questo fine settimana con quattro agenti che sono stati feriti, due in maniera molto grave dal lancio di bottiglie molotov all’interno delle loro auto di servizio. E’ collegata con noi da Parigi Luisa Pace rappresentante per la Francia dello European Journalists Network.
Al di là delle ovvie condanne nei confronti di questo episodio di violenza nei confronti della polizia si sono anche riaccese un po’ le polemiche sulle difficoltà di tenere sotto controllo la situazione nelle banlieue parigine e c’è chi sostiene che si tratti di quartieri di fatto quasi off-limits per la polizia.
Luisa Pace – In effetti si può dire una cosa: che dall’autunno 2005, quando morirono due ragazzi che inseguiti dalla polizia, si erano nascosti vicino ad una centralina elettrica, fatti che avevano poi scatenato tutte le violenze di banlieue che abbiamo conosciuto, le cose non sono molto migliorate, ossia si tratta sempre di quartieri dormitorio dove la disoccupazione è molto elevata, il gran banditismo continua ad esistere come la criminalità comune e viene ad aggiungersi il comunitarismo. I fatti di questa settimana sono fatti di criminalità comune. Se si fosse trattato di un incidente nei confronti dei ragazzi del posto potremmo temere di nuovo un’infiammarsi delle periferie. In questo caso si tratta di una zona nella quale le forze dell’ordine avevano chiesto degli effettivi supplementari, parliamo di circa 300 effettivi per l’intero dipartimento dell’Essonne dove si trova Viry, ne hanno invece 112 in meno dal 2012.
Il problema è anche che la Francia è in Stato di Emergenza, quindi le forze dell’ordine vengono assegnate a quei posti dove c’è una maggiore radicalizzazione, nei posti dove c’è maggiore pericolo. Anche nel centro di Parigi, c’è maggiore protezione quindi è anche una questione di spiegamento della polizia.
P.S. – Sì di distribuzione delle forze diciamo così. E’ anche vero che spesso questi quartieri periferici delle grandi città sono un po’ la culla o quantomeno il terreno di coltura del fondamentalismo islamico basato in Francia.
L.P. – Assolutamente. Ma bisogna dire che anche nella città di Viry, per esempio, stanno facendo diverse cose. Anche perché non bisogna vederle come città morte, assolutamente no, altrimenti loro stessi si sentono abbandonati e le cose peggiorano. In questa zona ci sono diversi centri e stanno cercando il più possibile di evitare la radicalizzazione, non è una delle zone che ne conta di più, non è la zona di Saint- Ouen o di quella di St. Denis che ha conosciuto degli arresti, se ne è parlato anche in Italia. E’ chiaro che in quelle che chiamiamo “cité” ci sono moltissimi gruppetti di radicalizzati.
In questo caso preciso però va sottolineato che si tratta di una guerra di territorio. E’ comunque grave che alle porte di Parigi non si riesca a debellare una criminalità comune, quando pensiamo che si tratta anche di ragazzini di 12 o 14 anni. Quel gruppo, che stanno ancora cercando, fa banditismo e guerriglia urbana, si tratta di ragazzi giovani ed allo sbando che poi potranno magari anche essere presi nelle reti della radicalizzazione ma non bisogna confondere le due cose, secondo me.
P.S. – Certamente, però questo attacco rappresenta un campanello d’allarme, un salto di qualità ovviamente in negativo per quanto riguarda la reazione e l’aggressione da parte della criminalità comune nei confronti dei tentativi della polizia di riportare il controllo e la legalità in queste zone. Questo è un dato che non può non preoccupare le autorità francesi.
L.P. – Assolutamente e sempre di più perché in questa zona, che è da tempo teatro di violenze comune alle auto, alle portiere, con violenze etc… la polizia fa dei raid, quindi reagisce rapidamente e se ne va. Quello che manca sono la prevenzione e la presenza costante di una polizia di prossimità che faccia un lavoro assieme ai commercianti, ai giovani…
S.P. – Certo, quello che chiamiamo il controllo del territorio e che spesso è carente in mote zone urbane non solo della Francia, sono problemi che conosciamo anche qui in Italia.
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Voci del Mattino propone quotidianamente notizie, rassegna dei media esteri e approfondimenti sull’attualità, con particolare attenzione ai temi internazionali. Conducono, dal lunedì al venerdì Paolo Salerno.
Intervista al minuto 43′.