Sono trascorsi dieci anni dall’assassinio della giornalista dissidente Anna Politkovskaïa che criticò il Kremlino opponendosi a Putin, ed il Presidente ceceno Ramzan Kadyrov.
Lavorava per Novaïa Gazieta ed anche i suoi colleghi cercarono di dissuaderla dall’investigare sulla Cecenia. Il giornale d’opposizione non dimentica la collega uccisa quando aveva soltanto 48 anni, il 7 ottobre 2006, nel portone di casa propria a Mosca portando a 300 il numero dei giornalisti morti o scomparsi in Russia dal 1991.
Ma a Novaïa Gazieta non hanno dimenticato né abbandonato il lavoro della coraggiosa collega anche se le autorità cecene continuano a chiedere perché si ostinano ad indagare sulla pista cecena. Il giornale risponde con il titolo “Il contratto ceceno” seguito da “Perché è a causa della Cecenia che la nostra giornalista è stata uccisa… Ucciderla è stato facile. Ma uccidere il suo soggetto è impossibile.”
Il sapore amaro della libertà “Bitter Taste of freedom” il documentario della famosa Marina Goldovsky sulla storia della vita di Anna e della sua famiglia è stato diffuso tutta la giornata del 7 riporta la Gazieta.
I suoi compagni accompagnati da difensori dei diritti umani hanno ripercorso l’ultimo tragitto fatto da Anna per rientrare a casa.
Un rimpianto? Il ricordo di Anna non ha ricevuto abbastanza eco nella stampa mondiale mentre i suoi assassini corrono ancora.
Luisa Pace