Renzi cerca aiuto all’estero. Lo cerca perché poi va strombazzando qui da noi che quelli là sono terrorizzati all’idea che possa vincere il NO.
Che qualcuno delle sanguisughe bancarie straniere, magari impegnate a sostenere la Banca Etruria, voglia la riforma della Costituzione Italiana (della quale non sanno un cavolo e non glie ne frega manco un cavoletto) si sbilanci per secondare i disegni del suo pupillo è magari vero.
Ma all’estero la stampa è meno asservita al potere ed ancor meno a chi lo ha in Italia. E qualcuno, scocciato da queste fandonie di una “gran preoccupazione” in ambienti stranieri per una eventuale vittoria del NO, finisce per guardare le cose come stanno e per parlar chiaro. Cioè a ficcar il naso nelle cose nostre, ma non a vanvera.
E’ quello che si direbbe abbia fatto l’autorevolissimo Financial Times di Londra. Da quel giornale inglese è arrivato, forse non a caso dopo le rivelazioni delle false notazioni dei conti economico-finanziari piovute su di Renzi, una formidabile stangata ed un chiaro auspicio per la vittoria del NO. Dei giudizi stranieri non è che ci sia molto da preoccuparsi. Ma del loro contenuto non si può fare a meno di guardare quello che vale.
Sulle pagine del giornale inglese si possono oggi leggere considerazioni che demoliscono e ridicolizzano con puntualità la tesi fondamentale della cosiddetta riforma e della sua difesa di fronte al referendum: la tesi che la riforma sia necessaria per rendere più veloce la produzione legislativa ed aumentarne la capacità ed il volume.
Il Financial Times dice una cosa che in pochi abbiamo sempre (non solo in questa contingenza) sostenuto: Se ne fanno enormemente di più che in tutti gli altri Paesi. Il problema italiano non è nel fatto che non si riescano a fare le leggi che occorrono e che si impiega troppo tempo a discuterle e farle approvare. E’ l’opposto. Ma si fanno male. Il problema è farne assai di meno, discuterle meglio, farne di migliori e più chiare.
E l’uovo di Colombo? E’ la logica elementare che lo suggerisce e lo impone.
Ed è la scempiaggine degli inetti pretesi riformatori che vorrebbe farci credere il contrario. La rilevano oramai anche all’estero.
Un altro buon motivo per votare NO.
Mauro Mellini