Gli sponsor di Renzi, del Renzismo e del Partito della Nazione, sentono che il loro pupillo sta in brutte acque e si danno da fare, muovendosi come elefanti in un negozio di chincaglierie, per cercare di trarlo d’impaccio.
Ieri il Presidente di Confindustria e altri “pezzi grossi” dei grandi affari italiani. Oggi l’Ambasciatore USA a Roma, John R. Phillips: “se vince il NO l’Italia fa un passo indietro”. Glielo deve aver rivelato la Boschi.
Una volta un Ambasciatore che si fosse permesso un così grossolano ed indisponente intervento negli affari interni, addirittura in questioni elettorali del Paese ospitante, sarebbe stato dichiarato “non gradito” ed al suo governo sarebbe giunta la richiesta di riprenderselo a casa.
E’ vero che molto probabilmente Phillips, con il cambio di Presidente, anche in caso di vittoria democratica è probabile che a casa ci torni comunque e sicuramente ci tornerà se vincono i repubblicani.
Ma, si dice, i tempi sono cambiati.
Non siamo certo tra quelli che vedono gli USA, la CIA, le multinazionali d’Oltreoceano “dietro” ogni problema nostrano ed invece ci rendiamo conto che, avendo chiesto per decenni protezione militare agli USA (e non avendo smesso di contarci nelle diverse contingenze attuali) è inevitabile che, poi, gli USA mettano il naso nelle cose di casa nostra. Ma almeno che lo mettano bene! A questo Signor John Phillips consigliamo la lettura dello “Stupidario” in corso di stampa, evitando, anche per ragioni di cortesia, ma soprattutto per non andare incontro a ritardi, di inserire il suo intervento, appunto, tra i detti memorabili contenuti nello “Stupidario di quelli del SI”.
Phillips, avrà letto la Costituzione del suo Paese? Se l’ha letta perché non spiega a Renzi che le Costituzioni non si cambiano ad uso e consenso di ogni presidente e che, magari “vecchia è bella”?
Nei giorni e nei mesi scorsi abbiamo definito la Boschi la “smerdacase” del Governo Renzi.
“Questo signor Phillips, con minime variazioni sul tema, è lo smerdacase” della politica USA in Italia (si faccia spiegare il significato di questa espressione ed il suo equivalente americano).
Mauro Mellini