Se esiste un’argomentazione politica fatta esclusivamente di demagogia e populismo, questa è “lo stipendio dei parlamentari”. Dai tempi del PCI, che obbligava deputati e senatori a versare la metà nelle casse del partitone, fino ai pasdaran pentastellati, se si vuole alzare un polverone sicuri di avere più like degli occhioni di un gattino su facebook, basta protestare contro lo stipendio dei parlamentari. E’ un po’ come il percorso obbligato dei cavalieri all’olimpiade, o l’esame di terza media: lo dobbiamo fare tutti. Ed ecco che tutte le “nuove” forze politiche come prima battaglia fanno sempre quella sulla riduzione dei “loro” stipendi. Questo ha un duplice, immediato dividendo: il plauso della “ggente”, che figurati, non vede l’ora di dire “bravi!, sti fannulloni che guadagnano diecimilia euro al mese senza fare niente!”, oppure “non hanno mai lavorato un minuto in vita loro e guadagnano come un dirigente”, o ancora “i parlamentari più pagati d’europa e poi sono tutti ladri!”
Fantastico, pensate, dire una cazzata come “riduciamo lo stipendio dei parlamentari”, e subito un orda di qualunquisti che ti acclama. Ah, senza dimenticare il secondo dividendo: distinguersi come parlamentari “buoni” dai “cattivi”- “Loro” che rubano i vostri soldi, e “noi” che li vogliamo dare indietro, magari finanziando le piccole medie imprese. Che bello! Come in una favola! “C’era una volta un Re”, diranno subito i miei piccoli lettori. Sì, è così. Una volta c’era un Re. E comandava solo lui. E anche quando lo costrinsero a dividere il suo potere con deputati e senatori da lui indicati o eletti dal popolo, erano tutti Marchesi, Conti, Baroni, oppure ereditieri, imprenditori. Insomma: ricchi. Poi ci fu una guerra, e dolo la guerra la democrazia, e si decise che CHIUNQUE potesse fare il parlamentare. Anche un operaio, anche un nullatenente. E si decise che questo non fosse un lavoro inutile, ma il più importante, il lavoro di legiferare e controllare il Governo. I nostri parlamentari fanno il lavoro più delicato e importante del Paese. E vanno retribuiti. E bene. Non solo perché fanno un lavoro PIU’ importante, del mio o del vostro, ma perché CHIUNQUE deve poterlo fare, non necessariamente un miliardario che si possa permettere di lasciare o perdere il lavoro, e perché il parlamentare deve guadagnare abbastanza da non essere tentato di usare il proprio potere, enorme, per fare i soldi- Perché basta spostare una virgola in un comma di legge, talvolta, per spostare miliardi, e non vogliamo che i nostri Parlamentari – già non sempre limpidi nei loro comportamenti – abbiano la tentazione di lasciare che un po’ di quei soldi gli restino appiccicati sulle dita. Perciò, cari amici, i Parlamentari DEVONO essere retribuiti, e bene. E chi vi dice che invece è giusto che i soldi vengano restituiti, vi sta prendendo per il culo. Perché i soldi arriveranno lo stesso, e magari molti di più, e sarete sempre voi, con i vostri inutili forconi da passeggio, a cacciarli.