Scoperta dal Corpo forestale dello Stato una piantagione di mais transgenico alle porte di Rovigo. In particolare, i Forestali del Comando regionale del Veneto e unitamente a quelli del Comando provinciale di Rovigo hanno trovato nel Comune di Guarda Veneta (RO) un campo di mais geneticamente modificato MON810.
La contaminazione è stata confermata dal campionamento delle foglie che sono state analizzate presso il laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche. Il terreno è stato, quindi, sottoposto a sequestro preventivo e la piantagione sarà distrutta oggi pomeriggio sotto la costante vigilanza del Corpo forestale dello Stato che verificherà il corretto smaltimento delle piante ormai quasi in fase di fioritura, impedendo così, con ogni probabilità, la diffusione di pollini e la conseguente contaminazione delle confinanti colture.
Saranno, comunque, effettuate delle analisi sui campi confinanti a quelli contaminati al fine di verificare eventuali commistioni e applicare la normativa sull’utilizzo di prodotti geneticamente modificati.
Il sequestro della piantagione di mais in provincia di Rovigo rientra nell’ambito di un programma di controlli da parte del Corpo forestale dello Stato teso a verificare l’utilizzo di organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura, su tutto il territorio nazionale, anche mediante l’uso di test che rilevano la presenza dell’endotossina specifica per il MON810.
Gli organismi geneticamente modificati sono esseri viventi il cui patrimonio genetico è stato artificialmente alterato tramite aggiunta o modifica di elementi genici, al fine di ottenere determinate caratteristiche nel nuovo organismo e a tale riguardo l’agricoltura è uno dei settori più sensibili.
Nello specifico, il mais MON810 è geneticamente modificato per risultare resistente all’attacco delle larve di lepidotteri, in quanto uno dei fitofagi più aggressivi è, appunto, la piralide del maisOstrinia nubilalis.
Dopo un lungo dibattito a livello nazionale e comunitario, l’Unione Europea ha introdotto la possibilità per ogni Stato membro, di vietare la coltivazione del MON810 e l’Italia ha, pertanto, richiesto e ottenuto che fosse bandita sul proprio territorio come già previsto in due precedenti decreti interministeriali. Oggi in Italia la violazione del divieto di coltivazione di OGM nel nostro Paese è punita con una multa da 25 a 50 mila euro.
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