Il Gruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati ha deciso di non aprire la fase ostruzionistica, di conseguenza l’On. Monica Gregori non è intervenuta in aula per la consueta dichiarazione di voto. Di seguito il testo integrale:
DICHIARAZIONE DI VOTO SULL’A.C. 2613-B ULTIMA LETTURA 12 APRILE 2016
DISPOSIZIONI PER IL SUPERAMENTO DEL BICAMERALISMO PARITARIO,LA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI, IL CONTENIMENTO DEI COSTI DI FUNZIONAMENTO DELLE ISTITUZIONI, LA SOPPRESSIONE DEL CNEL E LA REVISIONE DEL TITOLO V PARTE II DELLA COSTITUZIONE.
Onorevoli Colleghi,
ci troviamo in quest’Aula oggi per il sesto ed ultimo passaggio della Riforma Costituzionale, un passaggio che dovrebbe avvenire in uno spirito costituente, e cioè una sorta di alleanza tra le forze politiche che con responsabilità riformano la Carta Costituzionale nell’interesse del Paese.
Purtroppo tale spirito non c’è, è mancato sin dall’inizio della scrittura del testo in quanto presentato arbitrariamente dal Governo al Parlamento, quando invece la revisione costituzionale, in una Repubblica Parlamentare, compete esclusivamente alle Camere.
Durante l’esame del testo avvenuto in questi mesi, sia le opposizioni che alcune sensibilità interne al partito che rappresenta la Maggioranza di Governo, hanno tentato di lavorare in modo costruttivo al fine di migliorare la Riforma ma ciò è stato impossibile a causa di un accordo extraparlamentare che veniva prima del Paese. Contemporaneamente e poi successivamente alla rottura del patto succitato, l’impossibilità di migliorare il testo è venuta da un’arroganza senza precedenti che ha fatto sentire molti qui dentro, più saccenti dei nostri Padri Costituenti al punto di dire, a partire dal Presidente del Consiglio, che tale Riforma non mina le basi democratiche; beh purtroppo Signora Presidente, il testo dice altro:
Nella Riforma del Titolo V lo sbilanciamento introdotto nei poteri tra Stato e Regioni rischia di portare ad un vero e proprio neo-centralismo; si tolgono alle Regioni le competenze sui trasporti, energia, politiche sociali, istruzione, tutti capitoli di intervento fondamentali per lo sviluppo del Paese, ma si sa che su questi temi per il Governo sviluppo significa privatizzazione…e non solo! Significa accordi con i poteri forti ne è da ultimo l’esempio della sconcertante storia della Ex Ministra Guidi e l’invito del Governo a non votare al Referendum del 17 aprile contro le trivelle.
Le Regioni di fatto sono depauperate del proprio potere legislativo in quanto il Governo, in tale Riforma, può legiferare anche in materia di competenza regionale.
Beh il Presidente del Consiglio ieri in quest’Aula, che ha voluto trasformare in un talk show, il suo talk show, umiliando la Storia scritta non solo sui libri, ma, Signora Presidente, la Storia scritta in ogni uno di questi banchi, ha voluto spiegare durante la sua oratoria, che ciò serve, è necessario, per rendere omogenea la legge in tutto il territorio nazionale, ma voglio ribadire e sottolineare che ciò non è altro che un forte squilibrio di poteri che umilia la Regioni.
Per non parlare della pasticciata e “falsa” abolizione delle Province, in cui, per quanto riguarda la Regione Lazio, il Sindaco Metropolitano non viene direttamente eletto dai cittadini della ex Provincia e dove i Candidati Consiglieri Metropolitani provenienti dalla ex Provincia hanno possibilità di elezione solamente se fattivamente e concretamente appoggiati da almeno un Consigliere Cittadino a causa dei quozienti contenuti nella legge…e questo è il rafforzamento democratico, un rafforzamento così importante che gli elettori non hanno alcuna voce in capitolo;
In realtà tale Riforma calpesta la Sovranità Popolare, lo si evince ancor più facilmente dalla composizione del nuovo Senato dove i Senatori sono “eletti” dai Consigli Regionali e non più dai cittadini, per non parlare del filo che si ha con la nuova legge elettorale L’Italicum con l’abnorme e vergognoso premio di maggioranza;
In un tale Senato, in cui la scadenza di mandato non coincide mai tra gli eletti si avrebbe la mancanza del plenum, ma ci si è chiesto e se ciò avvenisse durante un’ulteriore modifica della Costituzione dato che esso mantiene la funzione di legiferare sulla Carta Costituzionale cosa accadrebbe?! Ci si troverebbe dinanzi ad un impasse!!!
Questi ed altri motivi hanno portato le opposizioni ad uno scontro così aspro con il Governo; questi punti hanno portato alla presentazione di centinaia di emendamenti, a numerose e lunghe sedute, non certo perché il Governo voleva confrontarsi come ieri il Premier ha voluto far credere in quest’aula; il confronto non c’è stato , chi voleva migliorare il testo non è mai stato ascoltato, si è andati avanti con arroganza, addirittura eliminando i problemi con sostituzioni forzate in Commissione Affari Costituzionali e votando di notte senza le altre forze politiche, quando invece si era suggerito di fermarsi, di certo non per far naufragare la Riforma, perché bisogna smetterla con l’assurdo dibattito tra conservatori e riformisti, ma per aprire un dibattito ed un confronto degni e seri su una su una materia così importante e delicata, sino a ieri dove il Presidente del Consiglio ha accusato noi opposizioni di scappare, ma in realtà qui l’unico a scappare è stato proprio lui, tenendo sotto continuo ricatto il Parlamento con il voto anticipato e trasformando il Senato in un mercato, una compravendita di voti, modificando di fatto la maggioranza di Governo.
Se qualche piccolo punto si è migliorato, è stato grazie alla determinazione delle opposizioni e di chi non si sono piegate al volere del sovrano.
Ora si tenta di dirottare il Referendum sulla propria persona e sulla vita del Governo; sono stati fatti paragoni con le dichiarazioni degli ex Presidenti D’Alema e Letta che dichiararono di dimettersi qualora la riforma si fosse impantanata in una delle aule parlamentari, è ovvio che quello era un comportamento politicamente corretto, ma radicalmente diverso è spostare uno dei principali strumenti democratici come quello del Referendum sul destino personale di un Premier, non è politicamente intelligente soprattutto perché gli elettori non si fanno zittire in questo modo, fortunatamente la Sovranità appartiene ancora al Popolo, come recita l’Art. 1 della nostra Carta; essa è tra i principi fondamentali della Costituzione e proprio grazie ad essa gli italiani ad ottobre voteranno per fermare una riforma scellerata che porta ad un presidenzialismo di fatto, accentrando i poteri nelle mani di uno;
Non permetteremo alcuna stortura nei confronti di uno strumento democratico come quello del Referendum ed attraverso esso salvaguarderemo la Democrazia, la Libertà e la Dignità nate da fiumi di sangue versato, ecco perché spesso diciamo che la nostra Costituzione è scritta con il sangue; non a caso Calamandrei in un suo intervento nel gennaio del 55 si rivolse ai giovani dicendo:
se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i Partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate li o giovani, col pensiero perché li è nata la nostra Costituzione.
Nella sua oratoria il Premier ieri ha citato molti Padri Costituenti, ricordando i disappunti che vi erano stati durante la scrittura della carta paragonandoli a quelli di oggi per giustificarli; io ne ho voluto citare solamente uno, perché fare lezioni di Storia dentro l’Aula dove essa è nata è un atteggiamento che appartiene a coloro che si sentono saccenti e conseguentemente privi di umiltà e noi non ci sentiamo così, noi vogliamo si riformare con idee nuove ma mantenendo i vecchi valori;
Spesso esser così sicuri di avere la ragione in tasca può essere l’inizio della fine che non avverrà oggi dove il Gruppo di Sinistra Italiana non voterà questa “Riforma” che ha tutti i caratteri di regressività democratica, ma ad ottobre dove la sovranità popolare non si piegherà al nuovo “Regime del Giglio Magico”.