Non c’era bisogno del “vertice” investigativo italo-egiziano a Roma per dover prendere atto che dalle autorità egiziane non sarebbero venute fuori altro che le prove della loro stessa malafede nel caso del povero David.
Dal momento che è apparsa come la più probabile la pista dell’assassinio da parte di Servizi di sicurezza egiziani, ogni insistenza per ottenere una “collaborazione” da parte delle Autorità Egiziane è divenuta una inutile perdita di tempo, una beffa che si aggiunge al danno, alla tragedia.
Si direbbe che a dirigere le indagini, anziché la Procura di Roma, ci sia quella di Cagliari, nelle persone di chi ne aveva la responsabilità all’epoca in cui autorizzò o lasciò che si affidassero le indagini sull’uccisione del povero Alberto Corona allo stesso assassino: Rocco Varacalli. Certo in Egitto il “metodo Varacalli” funziona. Ma proprio per questo ogni insistenza per ottenere una “piena” collaborazione dei Varacalli e dei Procuratori Cagliaritani egiziani è patetica e grottesca.
A tirare per le lunghe su quella strada patentemente inconcludente, a fissare riunioni e “vertici” al Cairo o a Roma, ha interesse solo il governo Renzi, per distrarre la pubblica opinione da altre questioni in cui non basta fare un po’ la voce grossa per conquistarsi qualche consenso.
Matteo Renzi ha scavalcato addirittura il suo Ministro degli Esteri per annunziare al mondo che questi ha richiamato a Roma l’Ambasciatore al Cairo per consultazioni.
Renzi sa benissimo che più che fare un po’ di scena altro non si può con il Governo Egiziano, per non compromettere anche la già fragile ed insicura collaborazione nella repressione del terrorismo islamico.
Se qualcosa può farsi per il dovere verso il nostro Connazionale barbaramente assassinato e verso i suoi Famigliari non è certo protrarre la sceneggiata della “collaborazione” con gli assassini e con i responsabili politici (quanto meno) dell’assassinio, ma indagare per quel che si può, con la massima descrizione necessaria, per capire quali verità il nostro giovane connazionale avesse scoperto o si fosse illuso di poter scoprire, in che cos avesse “pestato i piedi” di chi in Egitto esercita un potere non certo limitato, corretto, conforme ai diritti umani.
La preoccupazione di Renzi di “fare scena” è oggi, anche per il caso Regeni, il più grave impedimento alla realizzazione dei diritti e degli interessi del nostro Paese e di noi Italiani.
Mauro Mellini