Il personale del Comando Stazione forestale di Forino, nel corso di controlli mirati alla protezione della fauna selvatica ed al contrasto del bracconaggio, in località “Aterrana-Vallone Formicoso”, in agro del comune di Montoro (Av), ha rinvenuto, durante un attento pattugliamento a piedi del territorio montano, all’interno di un vallone boscato demaniale, su un pianoro, una grossa gabbia in struttura metallica con innesco a congegno a scatto mediante pressione. All’interno della gabbia, allo scopo di attirare prede di fauna selvatica, probabilmente cinghiali, erano state posizionate opportunamente delle esche. Poco distante da tale trappola illecita, gli stessi agenti del Corpo forestale dello Stato, rinvenivano ben ventisette lacci in acciaio con annessi fermi a cappio, disposti a poca distanza fra loro ed utilizzati sempre per la cattura della fauna selvatica. Detti strumenti di cattura illegali, rinvenuti in pieno bosco e parzialmente occultati dalla fitta vegetazione presente, risultavano ancorati a dei paletti in legno fissati al suolo, lungo dei passaggi obbligati, o meglio resi tali, dall’allocazione di apposite ramaglie ad hoc sistemate. L’intera area interessata è risultata, da un attento sopralluogo, priva di recinzione perimetrale e quindi accessibile a qualsiasi persona. I mezzi di cattura rinvenuti, risultavano collocati con l’intento di catturare, con inusuale violenza, le prede al proprio passaggio, secondo metodiche purtroppo sempre più in uso ai bracconieri del luogo, soprattutto per quanto concerne ai cinghiali. Gli agenti del Corpo forestale dello Stato di Forino, risultando tali arnesi di cattura non a norma, in quanto non rientranti tra i mezzi di caccia consentiti, procedevano prontamente alla loro rimozione ed al relativo sequestro. Al momento son in corso approfonditi accertamenti al fine di risalire alle criminose responsabilità. Per tali fatti veniva quindi redatta apposita informativa di reato, inviata all’Autorità Giudiziaria competente. E’ da evidenziare, inoltre, come tali congegni illegali ed incivili spesso provochino gravi incidenti anche a malcapitati escursionisti e/o frequentatori a vario titolo della montagna,che sovente restano vittime di tali trappole. L’operazione in questione, posta in essere dal Corpo forestale dello Stato, s’inquadra fra quelle tese alla salvaguardia della fauna selvatica, alla repressione del bracconaggio e dei mezzi illeciti utilizzati per la caccia. Le attività di contrasto a simili fenomeni proseguiranno, con costante attenzione da parte del Corpo forestale dello Stato, sull’intera provincia e con maggiore impulso in tale specifico territorio, ove tale fenomeno illecito risulta molto radicato e particolarmente in uso ai bracconieri locali, atteso che tali pratiche di caccia illecita spesso si accompagnano al reato di maltrattamento di animali, nonché ad un accanimento nei confronti di talune prede, come i cinghiali, il cui lamentato eccessivo proliferare, spesso si accompagna a fenomeni di danneggiamento delle proprietà private, limitrofe ai boschi.
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