“C’è un troppo al troppo” disse il Gufo conscio che i renziani anatemi contro i “professionisti del piagnisteo” si riferiscono appunto ai gufi, specie vittima di vilipendio costante da parte del primo ministro in carica dal suo primo giorno alla guida dell’Italia. A tal proposito il Gufo si chiede se il suddetto premier abbia la patente per guidare un paese. Il Gufo, fiero di esserlo ed a ragion veduta sta perdendo le staffe e poiché l’attuale leader della specie è un Gufo Reale di nobili origini africane comincia a chiedersi se spiegare le sue alate forze contro colui che offende la specie piumata nonché quella bipede non sarebbe una saggia idea. “L’Italia riparte” è stato l’inizio del renziano slogan prima della citazione sui piagnoni durante l’inaugurazione della variante del valico, un’opera pressoché ventennale ma arrivata a buon fine.
Tocchiamo legno che non si creino le solite buche o non crollino viadotti, eventi ai quali l’homo italicus è da secoli avvezzo. “L’Italia riparte”, certo che a forza di ripartire si sarà pure bruciata la frizione… Il Renzi deve aver scordato un tot di false partenze ma insiste, ignaro della collera del Reale Gufo: “L’Italia è stufa delle opere incompiute”. Certo che lo è se poi la tempistica è quella pompeiana si capisce il secolare sfinimento. E se a Pompei si sono finalmente restaurate sei domus quanto ci vorrà per dare una casa a chi non ce l’ha? Provare coi nidi? Solo che gli umani non svolazzano.
L’Italia riparte ma dove va? Perché dialogando con chi la vita di tutti i giorni deve affrontarla per davvero il Gufo ha confermato i propri dubbi: la ripresa non si vede, peggio, c’è pure chi non ci crede più. Che Renzi abbia la sindrome del “salvatore”? Perché tra Pompei e le banche… però si è scordato la sua specie ormai completamente spiumata! E come si fa ad essere ottimisti quando si son lasciate le piume alla Banca Etruria e pure sotto Natale?
Sua Maestà torna sulla sua roccia tra l’avvilito e l’incavolato nero per tutto quel che ha visto e sentito dialogando con il popolo italico. Ora non ci resta che contare sul suo reale orgoglio, perché si è anche stancato di sentire il fiorentino trattare da Gufi coloro che non la pensano come lui.
Già prevede di inviargli una missiva ricordandogli che il Gufo è un mito dalla più antica storia, quando Firenze manco esisteva. Un piumato profetico e preveggente che proteggeva gli Indiani d’America durante i loro viaggi specie durante le notti buie, amato da Gengis Khan che da un gufo fu salvato, sacro per i Tartari, e magico per gli asiatici. Se Renzi dovesse continuare a considerare i gufi come simboli di iella, allora l’imponente Monarca non si tratterrà più dal ritorcere contro di lui le sue squadre volanti e di far ricorso alla magia come nei tempi che furono. Il Gufo di giorno dorme ma di notte veglia. E speriamo che vegli su di noi, poveri spiumati italiani in preda al decantante Renzi che farebbe bene ad auto-imbavagliarsi prima di spararne un’altra delle sue.
Luisa Pace