Due documenti di indiscutibile valore storico. Non scherzo, benché siano relativi all’Ingroia-pensiero.
Perché nella storia, che non è solo quella delle glorie della Patria, documenti del genere attestano “al di là di ogni ragionevole dubbio”, come è il caso di dire per non lasciare senza utilizzazione quella proposizione invano inserita nella nostra legge, quello che è il livello intellettuale di certi personaggi già “esponenti di spicco” e di “prima linea” della nostra magistratura, nonché attuali incaricati di delicate funzioni manageriali (lautamente pagati).
Si tratta della “relazione introduttiva” di Antonio Ingroia alla “Assemblea Nazionale di Azione Civile” tenuta a Roma, Via dei Frentani il 29 novembre 2015 e del “documento politico” da tale Assemblea approvato, dovuto anch’esso, mi si dice, alla penna dell’illustre personaggio.
Si tratta di due scritti tali da deliziare i cultori di diverse scienze: dalla filologia e patologia lessicale a quella di altre che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la patologia: quella della politica, della logica nonché con, diciamo, la semiotica della patologia giudiziaria.
Ho provato, ma mi sono presto scocciato e vi ho rinunziato, a fare un elenco delle parole che più frequentemente sono usate dallo “Scrittore”. Un lessico, preoccupante: “interconnessioni, intersezioni fanno spicco in quell’elenco purtroppo non portato a compimento per noia ed eccesso di effetti umoristici. E “interscambio” etc. etc. E poi aggettivi soliti in certi sproloqui: “emblematico”, “autoreferenziale”. E frasi come “netto taglio rispetto alle sopravvissute esperienze partitiche”. E poi ancora la parola “polo”, che non è né quello Nord, né quello Sud, ma qualcosa che ha a che fare con la politica e con la tendenza della bussola in uso in tale difficile navigazione, per indicare l’uno o l’altro di essi, con seguito di mirabolanti aggettivi: “polo alternativo” mi pare che sia il più “gettonato” di tali “riferimenti”.
Non parlerò della “logica ingroidea”: nel giro di due righe affermazioni contrastanti vengono spiattellate come “idee forza” del movimento che, si propone di assumere una “precisa e ferma identità”, ma, ahimè mentre promette di dare un “netto taglio alle sopravvissute esperienze partitiche”, sottolineando l’incompatibilità con ogni forza politica organizzata esistente quale fomite di contaminazione, subito dopo afferma di voler “mantenere aperto il confronto con ogni realtà organizzata anche partitica”.
Una cosa pare di capire: è ribadita più volte, con crescente fermezza e rigore (si fa per dire): che il P.D. “è il nostro principale avversario”; che nessun rapporto è possibile sia con tale partito, sia con chi non abbia stabilito la propria totale, indiscussa indisponibilità a collaborare con esso. “Nemico di classe” lo definisce lo storico documento, “non nel vecchio significato ottocentesco”, ma in quello moderno di classe dirigente corrotta e ladrona.
Bella questa chiarezza di propositi. Bello questo rifiuto anche nei confronti di chi non rifiuta il minimo rapporto con il Partito di Renzi. Però…
Però Ingroia non disdegna i rapporti con il Presidente della Regione Siciliana, il bancarottiere Crocetta (al quale presentò Tutino…). E, soprattutto NON DISDEGNA GLI INCARICHI ben retribuiti, la presidenza di “Sicilia e Servizi”, il Commissariato della ex provincia di Trapani. Crocetta è stato eletto con il P.D. ed appartiene, anche se è un po’ eretico, al P.D., dal quale vuole essere salvato dalle conseguenze della bancarotta.
Insomma intransigenza totale, ma non fino al punto da danneggiare le finanze del leader.
In altre parole: l’Ingroia-pensiero (che, tra l’altro dovrebbe far riflettere sul livello dei magistrati cui è, purtroppo, affidata la sorte di tanti cittadini) è pensiero di intransigenza, tutto teso ad una “vera rivoluzione” (Ingroia termina il suo dire con le parole “buona rivoluzione”). Pensiero elevato, anche se un pochetto sconclusionato e lessicalmente approssimativo.
E, PANTALONE HA PAGATO E PAGA gli ineguagliabili servigi anch’essi bancarottieri, resi da cotanto personaggio all’Amministrazione Crocetta, un altro rivoluzionario bancarottiere.
BUONA RIVOLUZIONE!
Mauro Mellini