
A scrivere una lettera aperta al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è l’ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto.
“Caro Ministro – scrive Petrotto – per ora, a causa del caso ‘Saguto’, è il turno del Prefetto di Palermo Francesca Cannizzo.
A quando il trasferimento del Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede?
Due sono le interrogazioni parlamentari di 26 senatori, primo firmatario il senatore Mario Giarrusso, del Movimento 5 Stelle, alle quali Lei, Sig. Ministro dell’Interno, non ha ancora risposto.
Dopo il trasferimento del Prefetto di Palermo a seguito dei suoi scandalosi scambi di favore con il magistrato Silvana Saguto, non Le sembra che il caso Agrigento che riguarda invece il suo amico prefetto Nicola Diomede, sia ben più grave del caso Cannizzo?
Se il prefetto Francesca Cannizzo è stata trasferita per qualche cena a base di ventresca di tonno (confiscato alla mafia!) e qualche favore di troppo, come mai ad Agrigento, nella sua città, è lecito lasciare gestire illegalmente un miliardo di euro di servizi idrici, ad una società che ha operato, per tre anni consecutivi, senza certificazione antimafia?
E chi avrebbe dovuto rilasciare tale certificazione?
Ma naturalmente il suo amico prefetto Nicola Diomede.
E poi, affidare ad una società fiorentina, il centro immigrati di Lampedusa, senza gara, per 10 milioni di euro è lecito?
Queste ‘presunte’ violazioni di legge non le sembrano, caro ministro Alfano, ben più gravi di quanto è successo presso la Prefettura di Palermo?
Perché, caro Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, non ha ancora fornito, a distanza di oltre 5 mesi, alcuna risposta a due precise interrogazioni, risalenti a giugno e luglio di quest’anno e che riguardano proprio tali presunte gravissime illegalità?”
Petrotto, che in via precauzionale chiede al ministro perché non viene trasferito il prefetto di Agrigento, rende noto che il senatore Giarrusso, “riguardo alle scandalose vicende, relative agli affidamenti e le gestioni, sia del centro per immigrati di Lampedusa che di Girgenti Acque, chiederà la convocazione del prefetto, Nicola Diomede, davanti alla Commissione Nazionale Antimafia, per rendere conto e ragione del suo operato”.