Il titolare dei Beni culturali, Dario Franceschini, intervistato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24 spiega che fare il ministro tecnico con Renzi è stata “una scelta, perché se uno fa il ministro della Cultura deve costruire un consenso bipartisan e non occuparsi più delle cronache”.
Parlando di Renzi, il ministro Franceschini ammette a Radio 24 che, “insomma, lui è un presidente del Consiglio che guida, comanda: tutti si lamentavano che non c’era un premier che comandava, adesso tutti si lamentano che c’è uno che comanda”. Ma, spiega Franceschini, chi nel governo non è tecnico non è che muore.
Sulla cifra ottenuta per la Cultura nelle Legge stabilità, 200 milioni circa, mentre si taglia in quasi tutti i dicasteri, Franceschini dice a Radio 24: “Sono anni che si taglia alla Cultura e Renzi è stato sindaco di Firenze e sa bene cosa vuol dire investire in turismo e cultura”.
Non piace al Ministro l’aumento della soglia al contante. Dario Francechini interviene così a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24: “No, non mi piacciono (i tremila euro di soglia contante, ndr). L’ho detto in consiglio dei ministri, però penso che ci sia una regola che va rispettata: uno dice la sua opinione, poi uno si adegua alle volontà della maggioranza. Siamo arrivati a un punto che uno se non condivide una cosa se ne va. Insomma, mi pare un po’ eccessivo. Io ho detto come la penso. Ho anche riconosciuto ad Alfano – siccome abbiamo avuto molte volte una discussione su questo e io sono sempre riuscito a fermar la cosa – Che questa volta abbia vinto lui, capita”.
Su Auditel e Rai, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, intervistato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, interviene dichiarando:
“Mi pare che sia positivamente scomparso il tema insidiosissimo della privatizzazione della Rai, che ha attraversato il dibattito per anni, quindi la Rai resta pubblica e mantiene la sua natura di servizio pubblico. Quindi io penso che la vera cosa sia nel nuovo contratto di servizio che verrà fatto, bisogna riempire di contenuti questa cosa. Non basta definirsi servizio pubblico. Non bisogna essere consegnati tutti alle logiche di mercato, dello share. Col canone che ti garantisce – prosegue il ministro – si potrebbero addirittura sottrarre alcune cose all’auditel, per esempio io non ho mai capito perché l’informazione deve essere soggetta all’auditel, perché un telegiornale va meglio o peggio non in base alla qualità delle notizie, ma in base al numero di ascoltatori. Mi piacerebbe che alcuni segmenti fossero sottratti all’auditel”.
Per quanto riguarda i nuovi vertici Rai, il Ministro Franceschini commenta a Radio 24: “Ho parlato della parte che mi compete come ministro tecnico prestato alla politica, ho parlato del grande spazio che la Rai può dare alla cultura, a far scoprire i luoghi della bellezza italiana”.
Rispondendo a una domanda sui cosiddetti gufi, il ministro dei Beni Culturali, che “Stefano Benni aveva rifiutato un premio per via dei tagli alla cultura, gli ho ricordato che negli ultimi due anni tagli non ci sono stati e gli ho detto ‘forse è meglio aspettare la legge di stabilità e vedere se ci saranno tagli o incrementi’”. Benni ritirerà il Premio? Chiede Minoli e Franceschini risponde: “Più avanti vediamo cosa farà, se ritirerà il premio o meno.”
Sulle cifre scritte nella Legge di Stabilità – circa 200 milioni di euro per la Cultura – Franceschini chiarisce che “sono a penna nella legge di stabilità inviata al Parlamento e non credo proprio che il Parlamento ridurrà gli incrementi alla Cultura”.