
…sul lettino del fisio-kinesi-terapista… massoterapista, pardon!
Un Venerdì sera di metà febbraio, eccomi sdraiato per l’ennesima volta sul duro lettino di quello che una volta chiamavasi fisio-kinesi-terapista. Chiamasi oggi massoterapista… credo. Questa scenetta si ripete, tra sospensioni varie dovute alle vacanze esotiche del Kinesiterapista stesso… massoterapista, pardon, due volte a settimana ormai da un anno e mezzo.
Un bel giorno mi alzai e mi ritrovai con un dolore persistente al ditone del piede sinistro. La reumatologa sentenziò: lei ha un alluce valgo, anzi due caro signore. Un alluce valgo, ma cara dottoressa, pensai io, manco stessi tutto il giorno sui tacchi…
Fossi stato almeno un travestito professionista, come lo zio parigino della piccola Zazì protagonista del bel film “Zazì nel metrò”. Un Philippe Noiret regolarmente sposato e in completo grigio di giorno, ma la notte danzatrice di flamenco, stella “en travesti” di un cabaret parigino.
Una novella “Priscilla regina del deserto” come nell’omonimo film australiano, con le sue “drag-queens” che inscenano una femminilità iper trofica e oltraggiosamente pacchiana, arrampicate su scarpe vertiginose. Almeno l’alluce mi sarebbe diventato valgo per una giusta causa. Per il gusto del travestimento, della confusione dei generi, dell’atto anarchico di negare l’uniforme del “maschio dominante” col travestitismo, pur sapendo che Il tacco 16 è come la sigaretta, l’effetto è piacevole ma prima o poi t’ammazza.
La verità è altrove, volgare, prosaica, niente lustrini luccicanti o regine della notte “in pectore”. L’alluce m’è diventato valgo a forza di stare sempre in piedi per il lavoro, e ho pure i piedi piatti.
Nel frattempo sono diventato anche presbite… che la natura voglia farmi capire qualcosa?
Come se non l’avessi già capito da solo. Il tempo guarisce molte cose, moralmente, ma fisicamente ti fa invecchiare e basta!
Alle urla da parto plurigemellare dei primi mesi di trattamento per ammorbidire l’articolazione, sono succeduti respiri affannosi, sfociati in capogiri da iper ventilazione, roteazioni degli occhi, fino al raggiungimento dei vertici del pathos, cioè sono scoppiato a piangere. Il kinesiterapista… massoterapista, pardon, inquieto mi ha preso tra le braccia per calmarmi. In quel momento ho capito cosa significasse veramente l’espressione “lacrime di dolore”.
di Massimo Tretola
Post scriptum: Da allora i problemi articolari non sono mancati ma ho cambiato di reumatologo, mi sono tenuto gli alluci valghi così com’erano, ho comprato delle strepitose solette in bultex con “memoria di forma”, trovate al supermercato dietro casa che infilo nelle scarpe per il lavoro, e ho smesso di finanziare le vacanze esotiche del mio ex Kinesiterapista… massoterapista, pardon!