Alitalia non è un’azienda simpatica, diciamocelo pure.
Intanto fa un business complicato, in cui tranne rari casi tutti hanno sbattuto il grugno e che ha visto la sparizione di colossi come PanAm, TWA, e l’acquisizione di altri come Iberia.
Poi, come tutte le aziende statali in monopolio e piena di raccomandati, ha per anni fornito un servizio indegno, indecente in alcuni casi, con scioperi improvvisi a ferragosto e tariffe da sultano del Brunei.
Inoltre è sempre un’azienda alla quale affidi la tua vita, se non il tuo culo, perché portare qualche migliaia di tonnellate a diecimila metri facendo esplodere cherosene non è proprio che faccia stare tranquilli.
Infine quando hai fretta prendere un aereo è la cosa che più può darti sui nervi, per le attese, i ritardi, i controlli e un sacco di rogne che personalmente quando posso mi fanno preferire il treno.
Ma molti non sanno che nella catena dei disagi spesso la compagnia aerea – inclusa la povera Alitalia – può avere relative responsabilità, se non nulle.
Possono esserci eventi improvvisi (un terminal che va a fuoco), traffico su un altro scalo che impatta su tutto il network, ritardi degli operatori aeroportuali, scioperi, servizi a terra bloccati per qualsiasi motivo.
Qualsiasi cosa si abbatte sul vettore.
Ora, chiunque abbia volato un po’ sa che queste cose succedono. Non è bello né divertente ma succede. A tutti coloro che prendono l’aereo spesso è capitato di avere un volo cancellato, oppure spostato, bagagli che rimangono a Toronto mentre tu devi arrivare a Posillipo, insomma disagi di vario tipo.
E cosa deve fare il povero utente?
Protestare? Cercare di parlare con un responsabile? Verificare i suoi diritti sulla carta del passeggero per un rimborso?
Non scherziamo.
Il passeggero frustrato secondo il Celeste Onorevole Presidentissimo Ciellino Formigoni deve fare il maschio.
Il maschio, capito?
Tiriamo fuori le palle, insultiamo tutto e tutti, infarciamo la nostra conversazione di cazzi, culi e stronzi, e infine, se non bastasse, lanciamo il telefono che ci hanno fatto cortesemente usare rompendolo.
Questo è ciò che suggerisce di fare il simpaticissimo politico politicante, nonché unto dal signore Formigoni.
Questi sono evidentemente i dettami che la sua chiesa cattolica e il suo partito suggeriscono.
Quando le cose non vanno come vuoi, rompi tutto, smadonna, insulta e minaccia.
Così si fa, e che cazzo!
Ecco. No. Io non la penso così.
Io penso che un maschio sia solo una delle varietà di genere che capita di incontrare tra gli esseri umani.
Avere in giro il testosterone non significa abusarne in questo modo indegno.
Penso che se credi in gesù e nei suoi insegnamenti dovresti fare altro.
Penso che se ti pago per rappresentarmi in Parlamento dovresti essere diverso, migliore di me.
Io penso di essere un maschio, e quello che penso tu sia non lo dico.
Ma lo penso.
Eccome se lo penso.
Rodocarda