Porto Empedocle (Agrigento), Piazza Italia, ore 20.30.
Un folto gruppo di persone si radunano in silenzio. Sono vestite a lutto e in mano hanno un lumino acceso. Il loro silenzio rimbomba. Sono i docenti ed il personale ATA dell’agrigentino che attraverso un flashmob manifestano il loro dissenso al DDL “La buona scuola” che l’attuale premier Renzi sta portando avanti. Lo spaccia per una riforma ma in verità, dicono le insegnanti Anna Russello e Anna Ciotta, organizzatrici dell’evento, non è altro che un modo per ritornare indietro, una involuzione spacciata per innovazione. Tanti sono i punti di debolezza del Disegno che si trova già al vaglio della Camera. A preoccupare i lavoratori della scuola è innanzitutto la mancata concertazione con i sindacati, lo strapotere previsto per i dirigenti scolastici, la creazione di albi provinciali dai quali i docenti verranno scelti in base a criteri che saranno diversi da scuola a scuola, la questua che le scuole dovranno fare per reperire finanziamenti e potere portare avanti le attività curriculari ed extracurriculari, lo svilimento delle prerogative del collegio dei docenti. Se il DDL andrà avanti darà luogo, tra l’altro a clientelismi, enormi disparità tra scuole del Nord e scuole del Sud e così via dicendo. Altro punto controverso è l’assunzione dei docenti precari, promessa solamente a chi rinuncerà alla sede richiesta all’atto dell’inserimento nelle GAE, ed anche ad assumere servizio nella propria classe di concorso, Si, perché il premier proporrà ai precari i posti disponibili indipendentemente da quanto da loro richiesto. Chi rinuncerà dovrà ricominciare tutto da capo rinunciando al punteggio cumulato con tanti anni di sacrifici. Ecco solo alcune delle motivazioni che stanno causando le ripetute proteste degli insegnanti di ogni ordine e grado ed anche del personale ATA. Ad onor del vero anche i dirigenti scolastici non vedono di buon grado “La buona scuola”.
La manifestazione del 23 ha coinvolto moltissime piazze in tutta Italia ma solo a livello locale è stato dato risalto all’evento. Evidentemente i media nazionali non hanno ritenuto di dovere dare voce a chi da sempre rappresenta uno dei pilastri fondanti di una società: la scuola, la scuola buona, quella alla quale affidiamo i nostri figli. Calamandrei affermava che “Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte costituzionale.”
Rifletta caro Renzi, rifletta!