Mercoledì mattina, il Ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ha riunito d’urgenza una conferenza stampa per annunciare quella che dovrebbe essere “un’importante operazione antiterrorismo”.
Il Ministro ha dichiarato che il 19 aprile, “è stato sventato un attentato”. Un uomo è stato infatti arrestato.
“Domenica mattina a Parigi, la polizia ha scoperto un arsenale composto da armi da guerra ed un’importante documentazione che stabiliscono senza ambiguità che l’individuo progettava un attentato. Il sospetto è stato immediatamente posto in stato di fermo”. Sembra che l’uomo avesse “preso di mira una o due chiese”.
Seguendo le ricostruzioni delle varie fonti, per lo più giornalistiche, si viene a scoprire che il grande annuncio del Ministro Cazeneuve, che fa pensare ad una retata antiterrorismo delle più spettacolari, è invece frutto del concatenarsi di casualità.
Il giovane arrestato, un franco-algerino di 24 anni, sarebbe stato trovato domenica mattina dal servizio medico d’urgenza del SAMU dopo una chiamata di soccorso. Giaceva su un marciapiede del 13° arrondissement di Parigi con una pallottola nella gamba. Perdeva molto sangue. Come per ogni ferita d’arma a fuoco, i soccorritori hanno avvertito la polizia che, seguendo le tracce di sangue, è arrivata alla macchina del sospetto dove ha trovato un kalashnikov e una pistola. Risaliti alla sua abitazione, hanno trovato tre armi automatiche, una pistola, giubbotti antiproiettile, una sirena ed una cartina con le indicazioni dei tempi di spostamento della polizia.
Sempre secondo il Ministro Cazeneuve “Il conto Facebook del sospetto rivela che avrebbe programmato uno o due attentati contro chiese di Villejuif nella periferia parigina per la domenica stessa”.
Si potrebbe fare dell’ironia sull’operazione anti-terrorismo “casualmente riuscita” se non fosse che, grazie al DNA del sospetto, si avrebbe ora l’identità dell’uomo che avrebbe ucciso, sempre domenica mattina a Villejuif, un’insegnante di fitness venuta a Parigi dal Nord per seguire un corso. Si tratta di una giovane mamma, Aurélie Châtelain, trovata morta domenica nella sua auto, a Villejuif, uccisa con tre pallottole in testa. L’esame balistico proverebbe che il presunto terrorista si sarebbe ferito alla gamba tentando di rubare l’auto alla donna.
Il Ministro Cazeneuve ha già espresso le proprie condoglianze alla famiglia di Aurélie che reagirà come meglio le permette il lutto ma tanta compassione da parte del Ministro dell’Interno lascia l’amaro in bocca.
L’uomo, ora agli arresti era conosciuto dalla DGSI, ossia dalla Direzione generale della sicurezza interna, ed era schedato come “S”, una sigla che significa “Sicurezza di Stato”. La sua scheda era stata diffusa e, sempre secondo il Ministro “L’Individuo era stato segnalato ai servizi di polizia per le supposte velleità di partenza verso la Siria”. Era già partito in Turchia e posto in stato di fermo al suo ritorno. Cazeneuve ha riportato che “Verifiche sull’ambiente di questo studente in informatica di 24 anni erano già state effettuate a due riprese nel 2014 e 2015, senza rivelare alcun elemento che potesse giustificare l’apertura di un’inchiesta giudiziaria”.
Nessuna inchiesta quindi ma la scheda della sicurezza avrebbe dovuto far tenere alta l’attenzione sull’individuo. Come dopo gli attentati sanguinari di gennaio a Charlie Hebdo ed all’Hyper Marché ebraico resta il dubbio che si potesse evitare anche la morte della mamma.
Peraltro, la sorella dell’uomo sarebbe una musulmana radicalizzata e la sua casa è stata perquisita.
Sono centinaia le forze armate e di polizia che stanno pattugliando le strade di Parigi e di altre città francesi. Forse alcuni si sentono rassicurati solo vedendo le forze dell’ordine vegliare sul pubblico. Forse sarebbe meglio dare più spazio e mezzi a chi dovrebbe seguire i movimenti di individui già sospetti.
Luisa Pace