Elezioni Comunali ad Agrigento.
Panorama elettorale insolito. Il Partito Democratico, invece del ruolo, e la pretesa oramai indiscutibile, di Partito Monocratico, giuoca la partita su di un tavolo minore (quello che si riserba ai bambini perché non scoccino i grandi). Dopo avere imbastito una operazione “ultra monocratica” con una coalizione “nazarena” con F.I. ed altre più o meno inesistenti forze politiche, presentando un candidato sindaco (Alessi) proposto dalla Destra ma camuffato come candidato del P.D. nelle Primarie che avrebbero dovuto decidere quanto era stato già deciso varando quella coalizione, aveva ottenuto un grande consenso di gente a quelle pseudo elezioni, la più grande novità della 2° Repubblica e dello steso P.D. Però poi la testa romana del partito ci ha ripensato, dichiarando inesistenti le Primarie ed il loro pur scontato risultato.
Così il P.D. si è da solo dichiarato sconfitto ed addirittura fuori giuoco. E già questo, come avevamo detto subito dopo quegli umoristici eventi, era già dramma pirandelliano.
Detto tutto ciò, tanto per non perdere l’abitudine a considerare anche le cose intrinsecamente insignificanti, sentiamo il bisogno di fare una proposta non alle c.d. forze politiche, ma ai candidati. Ai candidati giovani. Ve ne sono alcuni che conosciamo e che meritano ogni apprezzamento. Altri ancora ve ne saranno sicuramente.
Senza far distinzione di lista e di partito, vogliamo fare a loro, proprio perché giovani, che, in quanto tali non hanno fatto nemmeno da comparse nella grande tragicommedia che si è recitata ad Agrigento con personaggi inimmaginabili anche seconde di esagerazioni tipiche della Commedia dell’Arte.
Vogliamo suggerire a questi ragazzi di interrompere per un giorno i soliti rituali della loro campagna elettorale (per la quale mandiamo i nostri più fervidi auguri) per dedicarla alla inaugurazione di un monumento, unico nella loro Città ed in tutta Italia, un monumento che nessuno scultore e nessun architetto avrebbe osato concepire e che le vicende, la tragicommedia cittadina di fine secolo (ed altre) qualche incredibile personaggio scappato fuori direttamente dalle pagine di una raccolta delle opere teatrali di Pirandello hanno costruito e che sta lì da anni, a ricordare, ignorato e sopraffatto da una vegetazione prepotente e grottescamente allegra, la “pirrandellianità” della Città dei Templi. Una Città che di monumenti ne ha tantissimi. Ma che, seguendo il pensiero di Leonardo Sciascia, considera quelli ai personaggi più frequentemente effigiati nelle nostre città, un ingombro insulso ed inconcludente, così che non ha eretto alcuna statua, nessuna stele in memoria e ad onore di Luigi Pirandello.
Ma lì, al Villaggio Peruzzo, nascosto e quasi sopraffatto dalla vegetazione invasiva c’è, inusuale nella struttura e nella mole, quel monumento mancante nelle vie e nelle piazze cittadine (quello eretto a Porto Empedocle è, evidentemente il segno di un’appropriazione indebita).
E’ il depuratore di Villagio Peruzzo, “il depuratore” senza aggettivi delle cronache giudiziarie e politico-teatral-giudiziarie di alcuni lustri fa, oramai dimenticato (lo furono per secoli i Templi della Valle…).
Ma nulla come quell’opera che sta riducendosi ad un rudere senza mai essere stato neppure per un giorno uno strumento di vita della Città, alla cui finalità era stato costruito, è il più pirandelliano dei monumenti a Pirandello. Ed alla giustizia baggiana del nostro Paese, ai suoi baggiani Amministratori, ai suoi baggiani giornalisti.
Il depuratore che non ha mai depurato per la follia di chi ha voluto considerarlo solo una pedina dei suoi più o meno criminali giochetti di parte e di potere, è indubbiamente un monumento. Benché “moderno” ha una storia inegualiabile, che qualifica uomini, cose, partiti, istituzioni.
E’ bastata una nuova baggianata della Sovrintendenza che ha dichiarato che l’opera era stata costruita in violazione delle norme ad essa sopravvenute (come dire: il Colosseo è abusivo perché non rispetta le destinazioni di aree ed i limiti d’altezza degli edifici del piano regolatore del 1931!!!!) perché tutti tirassero un sospiro di sollievo e si sentissero autorizzati a “dimenticare” il depuratore già bello e costruito.
Pirandello ha trionfato. Il depuratore demonizzato ha inquinato la credibilità di due generazioni della classe dirigente Agrigentina e quella della magistratura locale (che non ha osato mettere le mani sulle molte malefatte che hanno fatto seguito alla cancellazione delle assurde accuse da parte della Cassazione).
Ed allora, se c’è un po’ di nuovo che si fa avanti in Città, con le persone di giovani ai quali non può certo essere fatto carico di avere architettato o subìto quella vicenda assurda, spetta ad essi ricordarne, almeno, gli aspetti “estetici”, “letterari”. In una parola “pirandelliani”.
Quel depuratore, oramai sopraffatto e coperto dal verde di una natura ribelle alla stupidità degli uomini, è il monumento al Pirandellismo e a Pirandello.
Andate al “Villaggio Peruzzo”, fatevi largo tra il verde, tagliate un po’ di rami. Non troppi: un monumento a Pirandello non deve essere troppo prepotentemente visibile. Avrete aggiunto, almeno, un altro monumento, il più appropriato, già “storico” alla sua inaugurazione (come monumento: quella come opera pubblica non è mai stata, pirandellianamente) al grande Drammaturgo vostro concittadino.
E questo sia un augurio per una autentica novità: Pirandello abbia un monumento e la vita di Agrigento sia un po’ meno “pirandelliana” ed a Pirandello sia dedicato ciò che indiscutibilmente appartiene al suo genio di drammaturgo.
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info
P.S. Del “monumento” fate delle belle foto. E mettete la foto in tazebao nelle vie centrali della Città.
E se qualche politico “adulto” e “saggio” vi dirà, dall’alto della sua saggezza, di “non disturbare” ritirando fuori cose che è meglio dimenticare, datevi da fare con un po’ di conti dei danni che un pseudoambientalista con il suo contorno di “esperti”, sovrintendenti, magistrati, Sindacuzzi e Assessoruzzi hanno provocato con quella storia pirandelliana (la più costosa rappresentanza di una commedia di Pirandello).
E se riusciste, assediando la Corte dei Conti a recuperare anche, che so, un quarto di quelle somme, beh, ci sarebbero un bel po’ di soldini per tante cosucce che Agrigento non si può permettere, benché essenziali per “mancanza dei necessari
M. M.