La decisione presa ad Agrigento sembra di quelle destinate a far discutere a lungo. Ma del resto, si sa, Agrigento è sempre stata laboratorio, o palestra che dir si voglia, di progetti politici che trovano poi applicazione su più vasta scala.
L’inciucio da ora in poi potrà dirsi parte integrante ed ufficiale della politica. Niente più inciuci sottobanco che tanto facevano discutere.
Niente più accordi e scambi di voti che nelle passate elezioni riuscivano a coinvolgere quasi tutti, se non tutti, gli uomini politici che tra un pranzo e l’altro, un fac-simile e l’altro, un “pizzino” e l’altro, giocavano al dividi-torta alla faccia dei siciliani. In particolare degli agrigentini (che è bene ricordare appartengono alla provincia che ha il merito di essere l’ultima d’Italia), ai quali non restavano da dividere neppure le briciole del pane.
A diffondere la notizia della fine dell’inciucio sottobanco, l’articolo a firma di Michele Scimè , pubblicato sul giornale online Agrigentosette che riporta testualmente:
Il giorno della verità viene quando meno te l’aspetti. E il momento in cui i pezzi del puzzle vengono finalmente messi al loro posto svela inesorabilmente ciò che per mesi disperatamente si è tentato di nascondere. Per il segretario provinciale del Partito democratico, Giuseppe Zambito, alla fine, il giorno della verità è arrivato ieri, quando il presidente della Regione Rosario Crocetta è giunto ad Agrigento per incontrare la grande coalizione.
Sono mesi che invariabilmente scriviamo dell’accordo tra Pd e Forza Italia al tavolo di Agrigento 2020 ed altrettanto invariabilmente abbiamo dovuto registrare le rimostranze del segretario agrigentino che per l’ultima volta non più tardi di 15 giorni fa spiegava ad Agrigentosette come al tavolo della coalizione non sedesse Forza Italia ed il suo vice coordinatore regionale Riccardo Gallo, ma solo il movimento civico Patto per il territorio ed il suo leader Piero Macedonio. “Riccardo Gallo? Il nostro interlocutore per il patto per il territorio è Piero Macedonio”, aveva dichiarato piccato il 20 febbraio scorso il segretario Pd alla nostra Debora Randisi.
Poi capita che ieri, come ha raccontato tempestivamente il maggiore quotidiano agrigentino, Agrigentonotizie.it, Crocetta trascorra “tutto il pomeriggio ad Agrigento: prima un pranzo a San Leone con i rappresentanti della grande coalizione Agrigento 2020, poi una riunione fiume con le forze politiche locali in vista delle primarie”. E indovinate chi il segretario provinciale del Pd si va a trovare di fronte? Sì, avete capito bene: proprio il deputato nazionale Riccardo Gallo, con al fianco, naturalmente, l’interlocutore Macedonio.
Ora immaginate la scena. L’ohhh di meraviglia e lo sguardo attonito del povero Zambito nel trovarsi d’un tratto, quasi per magia, non più di fronte il Patto per il territorio ma niente di meno che uno dei massimi rappresentanti di Forza Italia in Sicilia. Roba da restarci secchi.
E non è tutto. Totalmente fuori dalle sottili dinamiche agrigentine, Crocetta – senza saperlo – ha dato il colpo di grazia a Zambito. “Ringrazio il segretario provinciale del Pd, ringrazio Angelo Capodicasa, Salvatore Cascio, Michele Cimino, Giovanni Panepinto, Maria Iacono e Riccardo Gallo”. Soprattutto Riccardo Gallo, ha spiegato il governatore. “Gallo – ha detto – ha dato la disponibilità ad un progetto di cambiamento forte per la città, che mette insieme sensibilità differenti”.
Nella misera cittaduzza di pirandelliana memoria, dove nessuno si permette più di replicare o minacciare in merito alla vicenda, pubblicata da questo giornale, che ha visto protagonista l’onorevole Riccardo Gallo tirato in ballo dal pentito Daniele Sciabica per l’omicidio di Pietro Gambino (indagine archiviata , a seguito di richiesta del PM che, evidentemente per errore, indica come vittima Gerlando Messina anziché Pietro Gambino, come da accusa del pentito all’onorevole Gallo) l’inciucio trova dignità e ufficialità.
In ambito politico dopo le proteste e gli insulti vernacolari contro quanti hanno abolito lo sport dell’inciucio sottobanco, che in Italia per numero di giocatori, spettatori e scommettitori è secondo solo a quello del calcio, gli “inciucisti” sono già corsi ai ripari.
Dopo un paio di estenuanti riunioni segrete, così come si conviene ad “inciucisti” fedeli al rito arcaico del “sottobanco”, si è arrivati alla conclusione che è necessario fondare un club le cui regole siano imposte da statuto ai soci, ai quali verrà anche consegnata una tessera a punti che darà diritto al titolo di “inciucista” di prima, seconda e terza classe. La prima regola prevede la partecipazione obbligatoria all’inciucio ufficiale. Partecipazione che dà diritto ad un punto sulla tessera. La seconda prevede la partecipazione, questa volta facoltativa, all’inciucio dell’inciucio, ovvero quello sottobanco per far votare soggetti diversi da quelli con i quali si è assunto l’impegno partecipando al primo inciucio (due punti tessera). La terza ‘che dà diritto a 33 punti, ovvero ruolo certo in politica, nella società e non solo in quella) prevede la partecipazione all’inciucio dell’inciucio dell’inciucio. Una cosa così complicata che serve un bravo maestro per poterla spiegare.
Le norme hanno carattere retroattivo, per cui chi già in passato ha preso parte a questo genere attività, gode di un punteggio iniziale da quantificare, che potrebbe arrivare a 33.
Se c’è un maestro, non da 33 punti, in tutto questo, è il governatore siciliano Rosario Crocetta, al quale va il merito di riuscire a far stare allo stesso tavolo “sensibilità differenti”, così come egli stesso le ha definite.
“La rivoluzione è già iniziata” era lo slogan di Crocetta in campagna elettorale, peccato si fosse dimenticato di dire ai suoi elettori che così come era iniziata era già finita…
Gjm
Leggi l’articolo sul mistero dell’interlocutore mascherato pubblicato su Agrigentosette