A giudicare dal tweet inviato da un terrorista inglese che attualmente combatte in Siria, sembrerebbe di sì, anche se il “sembrerebbe” è d’obbligo visto che la fonte potrebbe avere tutto l’interesse ad un’azione di depistaggio.

Balzato all’onore delle cronache, Siddhartha Dhar, conosciuto con il nome di battaglia di Abu Rumaysah, per essere sfuggito all’intelligence britannica e all’antiterrorismo londinese che, dopo averlo arrestato il 25 settembre, insieme ad altri sospetti terroristi tra i quali il predicatore Anjem Choudary e Mizanur Rahman (Abu Baraa), se lo son visti rilasciare su cauzione neppure 24 ore dopo averlo ammanettato.
Considerato uno dei personaggi chiave del terrorismo islamico a Londra, l’uomo era riuscito a fuggire dalla Gran Bretagna con una facilità incredibile. Ad Abu Rumaysah, infatti, non era stato neppure ritirato il passaporto. Scotland Yard, al fine di evitare l’espatrio di quella che era stata un’importante pedina di al-Muhajiroun (gruppo islamico che reclutava terroristi disposti a combattere in Siria e Iraq), aveva imposto al 31enne di consegnare il documento di viaggio.
La sua fuga venne scoperta il 12 novembre, quando suscitò un tale clamore da indurre l’ex viceministro David Davis a dichiarare che il non aver ritirato il passaporto all’indagato, nel migliore dei casi era da leggere come un comportamento negligente, se non “ un terribile errore di giudizio”.
A cadere nel ridicolo oltre l’intelligence britannica anche quella francese che si era lasciato sfuggire l’uomo il quale aveva scelto Parigi come meta da raggiungere per poi proseguire il suo viaggio verso la Siria.
Il 24 novembre, Rumaysah è riuscito a raggiungere la Siria e da lì postò sui social network una sua foto con il figlio in fasce in braccio e un mitra nell’altra mano.
A lasciar supporre che il terrorista londinese sia morto, l’odierno tweet di un altro jihadista britannico in Siria, che scrive di come qualche giorno fa avrebbe ricevuto la visita di altri due combattenti islamici, uno dei quali sarebbe stato Abu Rumaysah, diretti a Kobane.
Il terrorista scrive di come i tre avessero avuto quasi un presentimento di ciò che li attendeva a Kobane, tanto da abbracciarsi l’un l’altro per il perdono e di come sia rimasto a guardare i due mentre si allontanavano a bordo di un’auto.
“Che Allah possa accettare loro e concedere loro quello che cercano, la testimonianza di fede per amore di Allah” – recita l’odierno tweet del terrorista britannico che ha ricevuto giorni fa la visita di Rumaysah.
A lui risponde l’estremista londinese Mizanur Rahman (Abu Baraa) con un laconico “Ameen”, che lascia ben poco spazio alla fantasia…
Gjm