Raif Badawi è in prigione dal 17 giugno 2012. La sua colpa: aver fondato il blog “Free Saudi Liberals” in cui criticava l’autorità religiosa.
Ha rischiato la pena di morte ma è stato condannato a 10 anni di prigione e di 1.000 colpi di frusta distribuiti su due settimane ed iniziati venerdì, 9 febbraio. Ne restano 950.
Oggi, mentre tutto il mondo ha gli occhi fissi sulla Francia e sulla sua marcia per la libertà di espressione e contro il terrorismo non si può dimenticare Raif Badawi e la sua flagellazione. Il blogger è “solo” un esempio di quanto la libertà di espressione sia calpestata nel mondo.
L’Arabia Saudita dovrebbe rispettare la Dichiarazione Universale del 1948 poiché è entrata a far parte dell’ONU ed anche se non ha siglato gli accordi del 1976 che sottolineano il dovere di rispettarla ha comunque firmato alcune convenzioni tra le quali quella del 1984 “contro la tortura ed altri trattamenti crudeli, disumani o degradanti”.
Luisa Pace