Tfr. Partiamo di un sacrosanta verità: I contributi del trattamento di fine rapporto sono soldi dei lavoratori. Il risparmio di una vita di lavoro. Il TFR nasce come protezione dei periodi di disoccupazione, ma nel tempo si è trasformato in risparmio previdenziale. In pratica, per far crescere gli stipendi e rilanciare i consumi, il governo consentirebbe ai lavoratori di percepire subito, nella busta paga, almeno la metà della quota di salario che viene accantonata ogni anno per la liquidazione e che si chiama appunto trattamento di fine rapporto. La richiesta di avere la quota maturanda del Tfr in busta paga è volontaria e può essere fatta dal dipendente privato che sia stato assunto da almeno sei mesi. . Facciamo un esempio dell’effetto della legge: Per chi ha uno stipendio annuo di 24 mila euro lordi, che corrispondono a 1. 500 euro netti mensili per 13 mensilità, la quota di TFR accantonabile oggi è pari mensilmente a poco più di 100 euro. Su questa cifra andrà effettuato il prelievo da parte del Fisco. La cosa “buffa” è che il governo ha deciso di tassare la quota tfr in busta come se questa andasse a integrare lo stipendio, applicando le aliquote irpef ordinarie. Secondo i calcoli elaborati dall’Ufficio studi della CGIA, l’incremento del carico fiscale per chi volesse chiederne l’anticipazione, rispetto all’erogazione della liquidazione al termine del rapporto di lavoro, oscillerebbe tra i 230 e i 700 euro circa l’anno. L’aggravio fiscale va ad aumentare al crescere del livello di reddito del soggetto richiedente. Se un dipendente senza famigliari a carico optasse l’anno prossimo per l’anticipazione mensile del Tfr, l’aggravio fiscale potrebbe oscillare tra i 236 euro all’anno (nel caso di un lavoratore con un reddito imponibile Irpef di 15. 000 euro ) fino a 623 euro (nel caso di un reddito da lavoro dipendente di 80. 000 euro). L’adesione dei lavoratori a basso reddito all’iniziativa aggrava il rischio che questi abbiano in futuro pensioni non adeguate. I lavoratori a basso reddito che scelgono di monetizzare il trattamento di fine rapporto sono destinati a ricevere assegni previdenziali troppo leggeri. Vale la pena chiedersi se trasferire il Tfr in busta paga rappresenti un vantaggio per le famiglie e per la collettività.
Chissà perché ma il tutto mi ricorda un famoso film del grande Federico Fellini : “I Vitelloni”, incentrato sulle vicende di un gruppo di giovani dove “primeggia” il giovane e infantile Alberto Sordi e la storica pernacchia con gesto dell’ombrello rivolto a un gruppo di operai: “Lavoratori ! prrrr!!”. Scrisse Charles Bukowski, poeta e scrittore statunitense:”I soldi sono una cosa seria. Qualcuno è convinto persino che parlino”.
Aldo Mucci