A lanciare l’allarme è il primo ministro canadese. Un allarme fondato visto che in tutto il mondo (Europa, Stati Uniti, Australia, Libano ecc) si moltiplicano i consensi verso lo Stato Islamico che è già presente e ben strutturato in Iraq, Siria, Palestina, Nigeria, Algeria, Libia, Afghanistan, Pakistan, Egitto (Sinai) oltre che collegato in tanti altri Stati a diversi gruppi terroristici. Dallo Yemen, alle Filippine, tanto per citarne un paio.
La campagna di guerra, perché di questo si tratta, condotta dallo Stato Islamico, sta portando anche a fermenti da parte di altre organizzazioni, come nel caso di al-Qaeda che di recente ha aperto nuove filiali e nonostante i tanti fuoriusciti che sono andati ad ingrossare le fila dell’ISIS resta un’organizzazione temibile, ben radicata in molti paesi e pronta ad attaccare nuovamente l’occidente come accadeva quando bin-Laden, il re del terrore, era a capo dell’organizzazione e sferrò un attacco senza precedenti agli Stati Uniti.
Se al-Qaeda non vuol cedere allo Stato Islamico la leadership del terrorismo globale, dovremo aspettarci azioni eclatanti. Dopo aver annunciato la creazione dell’AQIS (al-Qaeda nel Subcontinente Indiano) e la nascita di un nuovo forum e una nuova rivista, l’organizzazione terroristica si appresta a una nuova serie di azioni che mirano a sconvolgere e occupare il Pakistan.
L’annuncio, tramite i soliti canali jihadisti, arriva da Ahmad Farooq – capo di al-Qaeda in Pakistan – con un messaggio vocale in lingua Urdu attraverso il quale alcune ore fa ha lanciato l’operazione “Occupied Pakistan”. Un chiaro segnale di come il gruppo terroristico stia evolvendo la sua strategia ma sostenendo ancora una volta che l’esercito pakistano è una forza apostata e che pertanto va annientato.
Il quadro jihadista di al-Qaeda, in Pakistan, così come in altri Stati, è sempre più vicino a quello dello Stato Islamico che si fonda su una falsa interpretazione islamista secondo la quale – oltre gli “infedeli” (cristiani, ebrei, atei etc) anche un musulmano che supporti o aiuti, anche moralmente, chi non è un musulmano fondamentalista, ovvero non condivide il pensiero pseudo-religioso che anima questi fanatici terroristi, è un musulmano che ha lasciato l’Islam ed è quindi suscettibile di essere ucciso.
Gian J. Morici