Aumenta esponenzialmente il numero di ebrei francesi che partono per Israele.
Lasciano la Francia per fare l’Aliyah, in parole semplici il Ritorno in Israele. Lasciano la Francia intere famiglie con bambini nonostante i pericoli ai quali vanno, visto che raggiungono un paese in pieno conflitto. Eppure non si sentono più al sicuro in Francia a causa del crescente sentimento razzista comprovato da fatti e dati. Le organizzazioni contano intorno alle 5.500 partenze per lo stato ebraico entro il 2014. Statistiche facilmente verificabili poiché se l’immigrazione degli ebrei in Israele è un diritto, è vero anche che tale diritto deve essere dimostrato amministrativamente agli uffici per l’immigrazione tramite appunto l’Aliyah.
Secondo il Crif, – il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia – che ha denunciato “un vero e proprio fenomeno di massa”, il numero di atti antisemiti sarebbe quasi raddoppiato (+91%) nei primi sette mesi dell’anno in corso.
Le azioni antisemite quali violenze, attentati o tentativi di attentati, incendi, degradazioni e vandalismi avrebbero conosciuto un maggiore aumento (+126%) rispetto alle minacce quali propositi, gesti, tratte, lettere, iscrizioni antisemite, in aumento del 79%.
Un comunicato del SPNJ “Antisémitisme en France” dal 1° gennaio al 31 luglio 2014 denuncia :
“ Le azioni violente antisemite sono in forte aumento nel 2014”. “Gli atti antisemiti sono aumentati del 91% da gennaio a luglio 2014 rispetto allo stesso periodo nel 2013. 527 atti antisemiti nel 2014 contro 276 nel 2013. Va notato in particolare che la categoria “azioni violente” costituisce l’essenziale di questo aumento (+126%) rispetto allo stesso periodo nel 2013”. Sempre secondo il SPNG : i due picci principali di questo periodo si sono notati uno nel mese di gennaio in corrispondenza al “l’affare Dieudonné”* ed alla manifestazione “Jour de Colère”**; e l’atro nel mese di luglio in concomitanza con le manifestazioni anti-israeliane violente organizzate in Francia. Un clima di insicurezza si è installato nella comunità ebraica a seguito dei numerosi atti di violenza nei confronti di persone, sinagoghe e scuole della Comunità ebraica.
Il Crif chiede ai poteri pubblici di rafforzare i mezzi dedicati alla protezione dei beni e delle persone, soprattutto in occasione della celebrazione del Nuovo anno ebraico, dal 24 al 26 settembre prossimi, prendendo misure preventive.
Non solo antisemitismo.
Nel giugno scorso, anche il collettivo contro gli atti di islamofobia in Francia aveva annunciato un aumento delle aggressioni verbali o fisiche tra il 2012 ed il 2013, aumento che continuerebbe nel 2014. Il contesto di crisi economica e di tensioni mondiali ha, come prevedibile, portato all’intolleranza, al razzismo, alla guerra dei poveri.
Non dimentichiamo che anche la comunità Rom in Francia è in difficoltà: esclusione e precarietà sono all’ordine del giorno per la comunità nomade, seppur piccola rispetto ad altri paesi europei. La Francia conta infatti soltanto 20.000 Rom, vittime anche dei politici francesi di ogni tendenza che li usano come spauracchio quando si tratta di parlare di politica di sicurezza.
E’ chiaro che si sta diffondendo a macchia d’olio una banalizzazione della parola razzista. Se prima solo i gruppi estremisti osavano sbandierare le proprie opinioni mentre altri se la prendevano con gli immigrati di vario genere o con musulmani o ebrei, ora le lingue si sciolgono più facilmente e ritroviamo dei vecchi cliché come quello dei Rom che “sfruttano i bambini”… Colpa anche di politici quali lo stesso Manuel Valls che nell’ottobre scorso aveva dichiarato che “I Rom sono popolazioni daimodi di vita diversi dai nostri”. E di queste “gaffes” se ne contano a palate.
Sarebbe il momento di porre un freno a tutto ciò. In un periodo di tensione mondiale, di scontri e di annunci di attentati, di minacce ufficiali e di bombardamenti di propositi sul web, sarebbe il caso di abbassare i toni. Invece sui social network, dove si dovrebbe leggere l’opinione di saggi cittadini, si leggono sempre più insulti. Un po’ come si vede nei vari parlamenti. Ci si strilla addosso. Non ci si ascolta.
C’è chi continua a strillare e chi comincia ad autocensurarsi evitando di citare il conflitto iraelo-palestinese, quello ucraino-russo… c’è chi è pro e chi è contro con il risultato che tutti sono contro qualcosa o qualcuno. La via di mezzo, il dialogo, il confronto pacifico non esistono più.
Agli ebrei francesi che vanno via vorrei chiedere di restare, di non abbandonare, di mostrare un po’ più di forza e di non lasciare dietro di sé una minoranza ancor più piccola. Tante minoranze possono creare una forza.
Luisa Pace
*“l’affare Dieudonné” – Umorista francese al quale era stato annullato uno spettacolo dopo i suoi propositi antisemiti e neonazisti, accusato anche di apologia di atti terroristici
**”Jour de Colère” – collettivo nebuloso che ha organizzato una manifestazione nel gennaio scorso riunendo dagli anti-Hollande ai cattolici integralisti di Civitas… la manifestazione si è contraddistinta per gli slogan violenti ed incoerenti che andavano da “no all’islamizzazione della Francia” a “morte ai sionisti” passando per gli insulti omofobi.