Era stata rubata dall’Oratorio di San Giovanni Battista in frazione di Lavina del comune di Rezzo (IM), piccolo borgo di origine medievale collocato nella fascia montana di confine fra la Liguria e il Piemonte, ed è stata ritrovata (e sequestrata) dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, esposta per la vendita presso il negozio di un antiquario in Moncalieri (TO), durante un controllo finalizzato alla prevenzione e repressione de reati connessi al commercio di opere d’arte di illecita provenienza. Il furto della Pala d’altare, realizzata da un anonimo pittore del XVI secolo, risale alla notte fra il 16 e il 17 settembre del 2009 quando i ladri, dopo essersi introdotti all’interno dell’unica chiesa della piccola frazione forzando la porta d’ingresso dell’adiacente oratorio, avevano potuto agire indisturbati favoriti dal fatto che il luogo di culto, così come spesso accade per le zone più isolate, risultava incustodito e privo di sistema d’allarme. Attraverso la denuncia, formalizzata da parte del parroco, la fotografia e la descrizione del dipinto erano state trasmesse ai Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale ed inserite per la ricerca nella “Banca dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti”; data base specificatamente dedicato alla raccolta delle informazioni inerenti gli eventi delittuosi commessi in danno di “Beni Artistici”, nel quale sono censite oltre 5 milioni e mezzo di informazioni-descrizione di oggetti e circa 600.000 immagini di beni culturali trafugati, gestito in via esclusiva e costantemente implementato dallo specializzato Reparto dell’Arma. Nel corso della verifica ai militari del nucleo TPC torinese non è sfuggita la singolare “fattura” del dipinto e la sua chiara origine ecclesiastica; l’approfondimento sulla sua provenienza e il successivo confronto delle fotografie dell’opera con le immagini presenti in Banca Dati hanno difatti evidenziato l’inequivocabile corrispondenza con quello rubato nella chiesa ligure, confermando la perfetta compatibilità fra l’oggetto fotografato e quello censito nella Banca Dati. il definitivo riconoscimento lo ha compiuto il parroco visionando le foto scattate dai carabinieri del Nucleo di Torino e trasmesse ai colleghi della Stazione di Pieve di Teco. Dopo il sequestro, convalidato dall’Autorità Giudiziaria, le indagini hanno portato ad individuare due “noti” personaggi dell’ambiente torinese abitualmente dediti ai furti e alla ricettazione di opere d’arte sacra: la sessantaduenne D.R. e il cinquantaduenne S.R. i quali, è stato accertato, trattarono direttamente la vendita e la consegna del dipinto rubato all’antiquario; per tale motivo, entrambi sono stati denunciati per il reato di ricettazione. A conclusione della vicenda relativa alla provenienza del dipinto l’Autorità Giudiziaria torinese ne ha disposto il dissequestro e la restituzione alla parrocchia dalla quale era stato trafugato e dove tornerà ad essere esposto per la devozione dei fedeli. |