Dopo le nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea in danno di una ristretta cerchia di persone ed aziende molto vicine al presidente russo Vladimir Putin, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu nel corso di una telefonata di un’ora con il suo omologo americano Chuck Hagel, ha ribadito che le truppe russe impegnate in manovre vicino ai confini dell’Ucraina sono tornate alle loro basi e che Mosca non ha alcun progetto d’invasione dell’Ucraina.
Shoigu ha smentito categoricamente la presenza in territorio ucraino di forze speciali russe con il compito di portare a termine azioni di sabotaggio o di rivolta contro il governo di Kiev.
Le dichiarazioni del ministro russo non corrispondono a quanto accaduto negli ultimi giorni nelle province dell’Ucraina Orientale, laddove tra i presunti manifestanti sono stati fotografati paracadutisti russi che indossavano divise senza mostrine di riconoscimento, né con le informative delle intelligence che rilevano come soldati russi in abiti civili hanno varcato i confini nord della regione prendendo in locazione immobili ed andandoli ad abitare come fossero normali cittadini in visita ad un paese limitrofo.
Appare infatti improbabile che in un momento di tensioni quale quello attuale, cittadini russi si dedichino a viaggi di piacere in Ucraina. Secondo le fonti che hanno individuato i gruppi di russi che si sono collocati a nord del paese, si tratterebbe di appartenenti al SSO (Forze speciali russe) pronti ad operare per creare le condizioni che diedero luogo all’annessione della Crimea alla Federazione russa e creare disordini così come avviene da giorni nell’est ucraino.
Mosca dal canto suo esprime preoccupazione per l’aumento “senza precedenti” dell’attività militare degli Stati Uniti e delle forze Nato in prossimità delle frontiere russe.
Il ministro russo Shoigu ha sottolineato che l’attività militare degli Stati Uniti e della Nato in Europa orientale è stata accompagnata da dichiarazioni “provocatorie” in merito alla necessità di “contenere” la Russia.
Il ministro fa riferimento al contingente di 600 uomini che Washington ha inviato in Europa per rassicurare i paesi Nato in merito ad eventuali ostilità da parte dei russi.
Intanto, nell’Ucraina orientale, i manifestanti filo-russi continuano ad attaccare e occupare edifici governativi e non accennano a diminuire le aggressioni nei confronti di cittadini pro-Ucraina, così come mostrato nelle immagini.
Nonostante il Cremlino abbia dichiarato il rientro alle basi da parte delle proprie truppe – seppur non ha annunciato alcun ritiro dei contingenti schierati al confine russo-ucraino – visti i precedenti e la presenza accertata di unità d’elite russe operanti in Ucraina senza che le stesse indossino divise con le insegne di appartenenza, la situazione resta molto tesa e il pericolo di azioni militari, anche coperte, non è affatto scongiurato.
gjm