
Domenica 27/4, in Vaticano, due Papi saranno fatti Santi: Giovanni XXIII, il Papa del Concilio vaticano II e della Pace nel mondo e Giovanni Paolo II, il Papa un pò troppo zelante rispetto agli affari del mondo.
Con tutto il rispetto per la sensibilità e per la sincera devozione dei credenti, bisogna ricordare le differenze, non da poco, tra i due Papi. Tuttavia, ognuno in casa propria può santificare chi più gli aggrada.
Anche se, fuori di quella “casa propria” , c’è chi osserva e annota le virtù di un Papa e ancor più di un Santo.
Il Papa polacco
“Ormai dovrebbe essere chiaro, anche ai semplici che hanno esultato, che l’elezione del “Papa polacco” è avvenuta con l’intento di assegnare al Vaticano il ruolo di “spalla” al progetto neo liberista di globalizzazione dell’economia, di regressione culturale e sociale, portato avanti dalla coppia Reagan- Tachter.
Ruolo, probabilmente, rifiutato da Giovanni Paolo I, l’onesto Papa Luciani, la cui (molto) sorprendente morte spianò la strada all’avvento di Giovanni Paolo II.
A conti fatti, il Papa polacco si è rivelato una grave disdetta per l’umanità più povera e la più grande “fortuna” per i padroni ai quali ha spianato la strada della globalizzazione economica.
Egli è stato un formidabile globe trotter, non c’è dubbio. Ha incontrato milioni di persone. Però è stato molto selettivo perfino nei saluti. Sapeva distinguere e distingueva.

A Managua rifiutò l’omaggio deferente del prete- ministro della rivoluzione sandinista. A Santiago del Cile, invece, non disdegnò di affacciarsi, sorridente, con il dittatore Augusto Pinochet, dal balcone della “Moneda” a salutare la folla. Dimenticando che in quello stesso palazzo, violato e bombardato dai golpisti di Pinochet, fu assassinato il presidente legittimo Salvador Allende.
Il sangue dei giusti, presto lavato e dimenticato. Santo subito! Prima che qualcuno se ne accorga.” (in “I giardini della nobile brigata”)
Agostino Spataro