Storia dei servizi segreti, intelligence umana e delle fonti aperte, terrorismo internazionale, metodologie di analisi… Se pensate che queste siano le tematiche preferite da coloro che si interessano – per passione, studio o ambizioni lavorative – di sicurezza nazionale vi state sbagliando. I visitatori, sempre più numerosi, del sito del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica – trasformatisi in autori a seguito dell’iniziativa Scrivi per noi – hanno da tempo abbandonato i temi cosiddetti “classici” per affrontare quelli più moderni e di stretta attualità, mostrando una propensione a seguire, con attenzione e puntualità, il più ampio dibattito sull’intelligence.
In tutto sono stati poco meno di un centinaio coloro che, fino a oggi, hanno inviato contributi – personali e originali – al comitato di redazione de “Il mondo dell’intelligence”, e quasi altrettanti hanno richiesto ulteriori informazioni per sondare l’interesse del Sistema rispetto alle tematiche da loro trattate in ambiti accademici, aziendali, di ricerca o di pubblicistica. Molti si interessano di intelligence economico-finanziaria, sia a livello nazionale sia a livello internazionale, e altrettanti hanno analizzato questioni di sicurezza energetica, due temi particolarmente rilevanti per il Comparto come è apparso evidente anche dal recente call for candidatesconclusosi nell’ottobre dello scorso anno con l’invio di circa 7.000 curricula specifici per tali figure professionali.
È un mondo variegato quello degli aspiranti “autori di intelligence”, ma dalle note biografiche – alcune piuttosto originali nello stile e nei contenuti – è possibile stilare un primo indicativo profilo. I “nostri” autori sono prevalentemente di sesso maschile, hanno un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, hanno compiuto studi universitari nei settori delle scienze politiche o in ambito scientifico, frequentato master post laurea su tematiche relative alla sicurezza o a carattere internazionale. Quasi tutti non nascondono, direttamente o indirettamente, di voler un giorno lavorare nel Sistema di informazione per la sicurezza, preferibilmente in una delle due agenzie, a dimostrazione che la fascinazione per la figura di “agente operativo” è ancora molto presente nell’immaginario collettivo. Un buon 30% dei nostri autori proviene dagli ambienti militari e di polizia o, comunque, ha lavorato a stretto contatto con queste realtà. Le donne rappresentano meno del 10%, un dato un po’ in contro tendenza rispetto a quanto avviene in altri ambiti di ricerca e lavoro . Si tratta per lo più di giornaliste o analiste politiche. I giovani sotto i 30 anni sono circa il 15% – con un autore “giovanissimo” che non ne ha ancora compiuti 20 – e alcuni di loro mostrano una profonda sensibilità, per certi versi inaspettata, rispetto alle tematiche trattate.
E tra coloro che hanno risposto al nostro appello ci sono anche i cosiddetti “cervelli in fuga”, giovani italiani che studiano o lavorano all’estero, con ottimi risultati e curricula, e che con grande orgoglio nazionale vogliono in qualche modo contribuire al dibattito sui temi della sicurezza nel loro paese di origine. Grazie a questa iniziativa è stato possibile così aprire un canale di comunicazione con loro e “scoprire” eccellenze – giovani dottorandi o ricercatori – che hanno qualcosa da dire e che, sino a oggi, non avevano trovato il canale giusto per farlo.
Alcuni degli articoli inviati sono già apparsi nella sezione de “Il mondo dell’intelligence”. L’iniziativa è stata così stimolante da spingerci a programmare, per le prossime settimane, un ulteriore sviluppo della sezione con una più ampia articolazione dei contenuti e un “innalzamento” di livello. È questa un’altra dimostrazione, se mai ve ne fosse bisogno, che la sicurezza partecipata è un concetto che investe molte delle fasi di attività del Sistema e cui ognuno, con la propria idea e le proprie competenze, può attivamente contribuire. A questo punto non vi resta che continuare a inviarci i vostri lavori. Li leggeremo sempre con la dovuta, e meritata, attenzione.