Ilaria Alpi e Miran Hrovatin furono uccisi mentre si trovavano a Mogadiscio come inviati del TG3 per seguire la guerra civile somala e per indagare su un traffico d’armi e di rifiuti tossici illegali in cui probabilmente la stessa Alpi avevascoperto che erano coinvolti anche l’esercito ed altre istituzioni italiane. Nel novembre precedente era stato ucciso sempre in Somalia, in circostanze misteriose il sottufficiale del SISMI Vincenzo Li Causi, informatore della stessa Alpi sul traffico illecito di scorie tossiche nel paese africano. La perizia della polizia scientifica ricostruì la dinamica dell’azione criminale, stabilendo che i colpi sparati dai kalashnikov erano indirizzati alle vittime, poiché l’autista e la guardia del corpo rimasero indenni.Secondo alcune interpretazioni, i due giornalisti avrebbero scoperto un traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e radioattivi prodotti nei Paesi industrializzati e stivati nei Paesi poveri dell’Africa, in cambio di tangenti e armi scambiate coi gruppi politici locali. La commissione non ha però approfondito la possibilità che l’omicidio possa essere stato commesso per le informazioni raccolte dalla Alpi sui traffici di armi e di rifiuti tossici, che avrebbero coinvolto anche personalità dell’economia italiana.Sulla “scena del delitto” erano presenti due troupes televisive: quella della Svizzera italiana (RTSI) ed una americana (ABC).Le immagini che ci sono giunte, di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin colpiti ed accasciati nell’abitacolo del loro fuoristrada, sono state girate dall’operatore dell’Abc, di origine greca, trovato ucciso qualche mese dopo a Kabul in una stanza d’albergo. Vittorio Lenzi, operatore della troupe svizzera-italiana è rimasto vittima di un incidente stradale sul lungolago di Lugano (mai chiarito del tutto nella dinamica)
22 MARZO 1994 – La Procura di Roma apre un’inchiesta. .
4 LUGLIO 1994 – Il padre della giornalista, Giorgio Alpi, parla di esecuzione, ricordando che la figlia, poco prima di morire, aveva intervistato il sultano di Bosaso e aveva annotato tutto su un taccuino poi scomparso. .
9 APRILE 1995 – Il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogar, risulta tra gli indagati quale mandante del delitto. La sua posizione sarà però archiviata. .
20 MARZO 1996 – Il Procuratore capo di Roma, Michele Coiro, affianca, nell’inchiesta, al dottor De Gasperis il dottor Giuseppe Pititto. .
4 MAGGIO 1996 – Giuseppe Pititto dispone la riesumazione della salma di Ilaria, l’autopsia e nomina consulenti medici e balistici. .
25 GIUGNO 1996 – Per la seconda perizia balistica il colpo contro Ilaria Alpi fu sparato a bruciapelo da una certa distanza. Alla stessa conclusione arriva la terza perizia il 18 novembre 1997. Per i periti si trattò di un’esecuzione.
DAL NOVEMBRE 1996 la Procura della Repubblica di Asti, specializzata in reati come il traffico internazionale di rifiuti tossici e radioattivi in partenza ed in transito dall’Italia, ha a disposizione una copiosa documentazione che contiene nomi e fatti, ed evidenzia numerose circostanze legate a questi traffici, comprese le generalità dei faccendieri che li dirigono nell’ombra, gli intrecci con i mercanti d’armi e perfino la mappatura completa che dimostra come ai tempi dell’omicidio tutto convergesse sulla Somalia, oltre che sui territori di altri Paesi dell’Africa costiera.
Questa documentazione sembra scomparsa nel nulla, forse dimenticata anche dalla stessa Commissione Parlamentare sul traffico dei rifiuti. Ilaria Alpi era già stata in Somalia prima del 1994, e conosceva bene la situazione.
15 LUGLIO 1997 – Il Procuratore capo dottor Salvatore Vecchione avoca a sé l’inchiesta, affiancato dal dottor Franco Jonta. Questa decisione avviene due giorni prima dell’arrivo a Roma di due testimoni oculari: l’autista e la guardia del corpo di Ilaria. L’arrivo dei due testimoni era stato organizzato dal dottor Pititto con la collaborazione della Digos di Udine.
12 GENNAIO 1998 – Viene arrestato per concorso nel duplice omicidio il somalo Hashi Omar Hassan, a Roma da due giorni per testimoniare alla commissione sulle presunte violenze dei soldati italiani in Somalia. Hassan è identificato dall’autista di Alpi.
18 GENNAIO 1999 – Comincia il processo ad Hassan.
9 LUGLIO 1999 – Hassan è assolto. Il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo.
24 NOVEMBRE 2000 – La corte d’Assise d’Appello di Roma condanna all’ergastolo Hashi Omar Hassan. Il somalo viene riconosciuto come uno dei sette componenti del commando che ha ucciso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
10 OTTOBRE 2001 – La prima sezione penale della Cassazione annulla la sentenza impugnata ”limitatamente all’aggravante della premeditazione e al diniego delle circostanze attenuanti generiche”.
10 MAGGIO 2002 – Si apre il processo d’appello bis davanti alla corte d’Assise d’Appello di Roma presieduta da Enzo Rivellese.
24 GIUGNO 2002 – Il sostituto procuratore generale Salvatore Cantaro chiede la conferma dell’ergastolo per Hassan. ”È provato – afferma – che Hassan era uno dei sette componenti del commando che attese Ilaria e Miran per due ore”.
28 MARZO 2003 – Esce il film di Ferdinando Vicentini Orgnani “Il più crudele dei giorni”, con Giovanna Mezzogiorno nella parte di Ilaria. Merito del film è quello di riportare l’attenzione sul caso Alpi.
6 GIUGNO 2003 – Alla nona edizione del Premio Ilaria Alpi, a Riccione, il deputato dei Ds, Valerio Calzolaio, annuncia di aver depositato a nome di esponenti di tutti i gruppi parlamentari, da An a Rifondazione Comunista, la proposta di istituire una Commissione d’Inchiesta sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
31 LUGLIO 2003 – Viene istituita con deliberazione della Camera dei deputati la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
21 GENNAIO 2004 – Si insedia la Commissione parlamentare d’inchiesta.
L’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta è giunta dopo dieci anni di verità sospese sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Fino ad ora, infatti, sul caso è emerso solo qualche brandello di verità ufficiale.
28 FEBBRAIO 2006–
La Commissione Parlamentare d’inchiesta ha chiuso i lavori. All’interno della Commissione i deputati di maggioranza hanno approvato le conclusioni proposte dal Presidente Carlo Taormina, mentre l’opposizione non ha approvato il documento. I componenti di centrosinistra hanno prodotto un Rapporto di Minoranza; mentre il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli ha presentato una terza relazione sulle conclusioni a cui la Commissione è giunta in due anni di lavoro.
AGOSTO-SETTEMBRE 2005– Per tenere viva l’attenzione sul caso, nell’agosto e nel settembre 2005, l’Associazione Ilaria Alpi/Comunità Aperta è andata in Somalia, realizzando un viaggio sulle tracce di Ilaria e Miran. Dal viaggio sono nati un reportage giornalistico e una mostra fotografica.
03 GIUGNO 2006 – L’Associzione Ilaria Alpi scrive al Presidente del Consiglio Romano Prodi,affinchè il Governo si attivi per fare piena luce sulla morte dei due giornalisti Ilaria Alpi e MIran Hrovatin.Segnalando che nel corso della serata di apertura della XII edizione del Premio Ilaria Alpi, il Presidente dela SOmalia Abdulhai Yusuf Ahmed ha riconfermato la volontà del suo governo di collaborare con quello italiano
20 GIUGNO 2006 – Il Presidente del consiglio Romano Prodi riceve Giorgio e Luciana Alpi. Romano Prodi si è assunto un “serio impegno” con i genitori della giornalista Ilaria Alpi, per valutare le modalità e la base per riavviare un ragionamento sulle circostanze della morte di Ilaria e di Miran
18 LUGLIO 2006 – Dopo Romano Prodi,a nche il presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, ha ricevuto Giorgio e Luciana Alpi. Il neo presidente della Camera ha confermato l’interesse da parte del Governo per il caso Alpi-Hrovatin
25 GIUGNO 2007 – La Commissione Esteri del Senato della Repubblica sta valutando e mettendo in evidenza gli elementi che motivano la costituzione di una nuova commissione d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ha udito Luciana Alpi e Mariangela Gritta Grainer in rappresentanza dell’Associazione Ilaria Alpi
10 LUGLIO 2007 – Il Pm Franco Ionta, titolare del procedimento sul caso Alpi/Hrovatin presso la Procura di Roma, ha chiesto in data 12 giugno scorso l’archiviazione del caso. L’impossibilità di identificare i responsabili degli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin al di fuori di Hashi Omar Hassan, il miliziano somalo condannato a 26 anni di reclusione per il duplice omicidio avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994, sono le motivazioni sostenute dal Pm
09 GENNAIO 2008 – Una nuova commissione per il Caso Alpi-Hrovatin?La proposta di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (doc. XXII, n. 14) è tornata all’esame della Commissione Esteri del Senato nella seduta di oggi, ma la decisione è stata posticipata. (non verrà mai istituita)
14 FEBBRAIO 2010 – Bocciata la richiesta di archiviazione per il caso Alpi-Hrovatin: uccisi per bloccare le notizie sui traffici tra Italia
e Somalia. Cade così il teorema Taormina.
Omicidio su commissione. Il movente? Far tacere i due reporter sulle loro scoperte sui traffici di armi e rifiuti. Per la prima volta un giudice italiano, il 3 dicembre, ha tratto queste conclusioni dopo aver letto le migliaia di pagine relative al caso Alpi-Hrovatin. Si tratta del gip Emanuele Cersosimo, chiamato a decidere sulla richiesta di archiviazione avanzata dal pm di Roma Franco Ionta, alla quale aveva presentato istanza di opposizione il legale della famiglia Alpi.
18 MARZO 2010 – Si riapre il caso Alpi/hrovatin? Il principale accusatore di Hashi Omar Hassan, l’unico condannato per l’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore tv Miran Hrovatin (avvenuta a Mogadiscio il 20 marzo del ’94), rischia di finire sotto processo a Roma per il reato di calunnia. Il gip Maurizio Silvestri, respingendo una richiesta di archiviazione sollecitata dal pm Giancarlo Amato, ha disposto per Ali Rage Ahmed, 45 anni, detto ‘Gelle’, l’imputazione coatta. E’ stata archiviata, invece, la posizione di Ali Mohamed Abdi Said, autista dei due italiani nonche’ altro teste d’accusa contro Hassan, perche’ deceduto.
APRILE 2010 – L’Associazione Ilaria Alpi lancia un appello e una raccolta firme atta alla riapertura del caso dell’assassinio dei due giornalsiti. Si legge nell’appello:“Si può riaprire il processo per la morte di Ilaria e Miran: Ali Rage Hamed detto Jelle, testimone d’accusa chiave nei confronti di Hashi Omar Hassan (in carcere da dieci anni dopo la condanna definitiva a 26 anni) sarà processato per calunnia.Perché alla verità giudiziaria non si è ancora arrivati? Chi non vuole questa verità e quindi giustizia e perché? Noi chiediamo alla magistratura di procedere nell’accertamento delle responsabilità, di individuare esecutori e mandanti”.
06 MAGGIO 2010 – Alla notizia della possibile riapertura del caso dell’assassinio di Ilaria Alpi, i genitori della giornalista uccisa a Mogadiscio nel 1994 dichiarano: “Se si riapre il processo, con molta probabilità ci costituiamo parte civile”. A parlare è Luciana Alpi, mamma di Ilaria, che appresa la notizia del rinvio a giudizio e di una probabile apertura del processo nei confronti di Hashi Omar Hassan, il ragazzo somalo accusato dell’omicidio della figlia, aggiunge come siano 16 anni che aspettano la verità sull’omicidio di Ilaria.