A seguito dell’attentato sulle alture del Golan, nel corso del quale sono rimasti feriti quattro soldati israeliani, aerei da guerra israeliani hanno scatenato una serie di attacchi aerei contro un centro di addestramento dell’esercito siriano, un quartier generale dell’esercito e postazioni di artiglieria, uccidendo un soldato e ferendone sette.
Si tratta di uno dei più gravi scontri registrati negli ultimi decenni. Le forze armate siriane di recente avevano anche violato una tregua che era in vigore da ottobre, bombardato un sobborgo a nord ovest di Damasco, uccidendo otto persone.
I governo siriano ha accusato Israele di aver effettuato l’attacco aereo per distogliere l’attenzione dai recenti successi delle forze governative sui gruppi d’opposizione, sostenendo che l’azione israeliana non fa altro che acuire le tensioni peggiorando la situazione.
Non si è fatta attendere la risposta israeliana che addebita al presidente siriano Bashar Assad la responsabilità di eventuali attacchi provenienti dal suo paese. “La nostra politica è chiara. Facciamo del male a coloro che ci fanno del male”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. A rincarare la dose, le parole del ministro della Difesa Moshe Yaalon il quale ha affermato che Assad potrebbe “rimpiangere le sue azioni” se gli attacchi dovessero continuare.