
Questo porta a due considerazioni, o siamo davvero diventati un popolo di cafoni ignoranti e non capiamo l’arte, oppure è l’arte che non si riesce a spiegare molto bene ultimamente. Oppure, per ogni latta d’olio di macchina rovesciata sulla patta dei pantaloni, per ogni passaggio di mano sporca di patatine sulla blusa, siamo stati artisti e non lo sapevamo.
Io propendo per questa seconda ipotesi. Per cui propongo un esperimento di catarsi collettiva. Ognuno di noi, congiuntamente, rivolga un minuto di rancore profondo verso i propri genitori, responsabili di avere distrutto innumerevoli composizioni artistiche, che noi faticosamente creavamo sotto il tavolo a colazione con i biscotti sfarinati e sputacchiati. Poi torniamo tutti alle nostre quotidiane attività. Convinti che potevamo essere geni immortali, se solo ci avessero incoraggiato e non cazziato per le briciole e le macchie di latte, lasciate per terra.