“Con l’azzardo non si gioca”,il tema della giornata organizzata dall’Arci di Firenze per una regolamentazione rigorosa del gioco d’azzardo e contro i rischi corsi dai milioni di “partecipanti” a questa ludica attività. Hanno presenziato, stando alle cronache, numerose personalità del mondo politico,religioso e della società civile con,ospite di riguardo, la Presidente della Camera.
Laura Boldrini, sempre come da cronaca (puntualizzo perché la Presidente é attentissima a ciò che viene scritto su di Lei), ha auspicato il rafforzamento della “lobby sana” contro il gioco d’azzardo che incorona l’Italia prima in Europa.
Alla fine, per rimarcare la gioiosa sensazione offerta da un gioco “tranquillo” ha partecipato ad una esibizione di “calciobalilla”,alla presenza pure di numerosi, immancabili fotografi.
Certo fa piacere che l’Arci e tante altre benemerite associazioni si occupino della difesa dei poveri comuni mortali in questo delicatissimo campo.
A parte le situazioni personali, chi non vede ogni giorno persone giocare alle slot o grattare freneticamente schede di ogni tipo (escluse quelle per parcheggiare)? Oppure fare pure la fila per tentare Lotto, Superenalotto, Vinciquì e Vincilì vari? E,ad una occhiata meno distratta, si riesce pure ad intuire se chi gioca sia un patologico vizioso od un controllato (almeno così lui stesso crede), speranzoso essere che sfida la sorte.
Peraltro truccata,in fin dei conti.
Infatti, se è vero che a volte si possono vincere anche cifre elevate, è esponenzialmente sproporzionato il rapporto tra probabilità di vincita (consistente) ed importo investito.
Per farla corta, ottenere un ricavo positivo da tutti questi giochi è “un azzardo nell’azzardo”. Su questo presumo non ci sia il minimo dubbio.
Piú di una perplessità solleva, nei meno distratti, il come si possano evitare i rischi del gioco.
Con quali leggi e,s oprattutto,fatte da chi?
Sul come non sono bastati e non basterebbero decenni di dibattiti piú o meno interessati. L’azzardo,gioco o meno,è una delle “molle” che da sempre spingono l’essere umano a “tentare la sorte”. Può essere vietato,ammesso e regolamentato. Si “azzarderà” sempre e comunque.
Regolamentare sembra l’opzione piú praticabile,magari con norme piú severe.
Chi deve scriverle,presentarle,promulgarle e farle rispettare ? Le istituzioni, sicuramente.
Ma il Parlamento,con la Boldrini a presiedere la Camera dei deputati,nel recente passato non ha “sanato” l’immenso debito accumulato dai concessionari privati del gioco d’azzardo ?
Non hanno votato a favore la gran maggioranza dei parlamentari ?
Non è che l’Arci ed altre associazioni della società civile facciano riferimento,o guardino con simpatia,a qualche partito che ha eletto quei deputati e senatori ?
Secondo il mio modestissimo parere quanti si intestano la crociata (vescovi compresi) contro il gioco d’azzardo avrebbero fatto bene a revocare pubblicamente il proprio consenso a partiti e politici complici della lobby dell’azzardo.
E la Presidente Boldrini,così ferma nelle proprie intenzioni di lotta,si sarebbe potuta dimettere dal prestigioso incarico a fronte di quello scandaloso favoritismo.
Quello sarebbe stato un segnale forte,un inizio per la costituzione della “lobby sana”.
Oggi,purtroppo,credo questi proclami lascino il tempo che trovano.
Appunto quello di una partita a “calciobalilla”.
Che,richiamando con lo stesso nome un bieco regime condannato dalla costituzione, non dovrebbe vedere mai e poi mai una Presidente della Camera aggrappata alle manopole.
Potrebbe essere “apologia….”.
Vincenzo Mannello