C’è stato un picco nel rapimento di cristiani in Egitto. Il dato emerge da un’inchiesta condotta da Christian Science Monitor .
Secondo i dati riportati dall’inchiesta, negli ultimi due anni più di cento egiziani, in maggioranza di fede cattolica, sarebbero stati rapiti per ottenere un riscatto. Il numero dei sequestri di persona è aumentato notevolmente dopo gli scontri avvenuti nel paese tra forze dell’ordine e sostenitori dei Fratelli Musulmani.
Una situazione che ha alimentato le paure della comunità cristiana in Egitto, che aveva già assistito al danneggiamento di luoghi di culto.
I cristiani – stando alle testimonianze raccolte – sarebbero stati presi di mira da bande criminali, oltre che per aspetti legati alla fede religiosa, per il minor rischio dovuto all’assenza di tribù e clan che possano reagire, a differenza di quanto non accade con molti musulmani residente nella parte meridionale dell’Egitto. Inoltre, il fatto che si tratti di una minoranza molto affiatata, fa sì che i rapitori ritengano sia più facile per le famiglie dei sequestrati raccogliere denaro da parenti ed amici per poter pagare il riscatto.
Familiari delle vittime e testimoni sostengono che la polizia preferisce far finta di ignorare il problema e che nella maggior parte dei casi i crimini restano impuniti.
Secondo un vescovo locale , solo due o tre persone sono state salvate dalla polizia . Le famiglie degli altri sono state lasciate a negoziare con i rapitori per conto proprio.
Un dramma che si aggiunge a quello dei tanti eritrei rapiti dalle tribù beduine nel Sinai, dietro al quale, oltre al ritorno economico per i predoni del deserto, si muovono le più grandi organizzazioni terroristiche che con il denaro dei riscatti pagati per la liberazione degli ostaggi finanziano le loro attività.
Gian J. Morici