“I trafficanti di morte, che sfruttano la speranza di una vita migliore di migranti e profughi, devono essere colpiti con sanzioni efficaci e dissuasive, nell’ambito di una cooperazione internazionale tra gli Stati membri e i Paesi terzi”. Lo ha detto Salvatore Iacolino, europarlamentare del Ppe, aprendo i lavori del convegno “Mediterraneo tra flussi migratori, criminalità organizzata, tutela delle risorse e cooperazione internazionale: una prospettiva europea”, che si sta tenendo a Palermo presso la Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana.
“L’Unione europea – ha aggiunto Iacolino, organizzatore del convegno, nonché relatore della commissione speciale sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro (Crim) e della Procura europea – dovrebbe farsi carico di una politica migratoria che guarda alla sovraesposizione degli Stati che si affacciano sul Mediterraneo, prevedendo la ricollocazione dei profughi su base volontaria in tutti gli Stati membri dell’Ue e programmi di reinsediamento a partire dal territorio dei Paesi terzi”.
Secondo l’europarlamentare del Ppe, “i 3.600 gruppi criminali che operano nel territorio dell’Ue impongono uno sforzo corale, che trova nella prossima istituzione della Procura europea un essenziale strumento di impulso alle investigazioni, con particolare riguardo al crimine organizzato transnazionale”. In aggiunta, una sezione operativa di Frontex in Sicilia, “contribuirà a rafforzare la sorveglianza e i soccorsi umanitari nel Mediterraneo”.
“Solidarietà, responsabilità e condivisione degli oneri – ha concluso Iacolino – sono le parole d’ordine per un approccio comune ed europeo al fenomeno dell’immigrazione, con l’obiettivo di tutelare i profughi in cerca di protezione e rimpatriare invece i migranti economici, nel rispetto dei diritti fondamentali di ciascuna persona”.